Giletti, lo sfogo dopo lo stop: “Stavamo lavorando su Dell’Utri e ci hanno fermati, chiediamoci perché”
Anzi la procura di Firenze non nasconde la preoccupazione per la sicurezza di Giletti a causa del suo impegno giornalistico contro la mafia. Chi poi sia Salvatore Baiardo è fatto abbastanza notorio al netto della condanna per aver favorito due boss stragisti. Visto con diffidenza negli uffici giudiziari, tra gli investigatori e gli inquirenti serpeggia più di un sospetto che possa essere il ventriloquo di Graviano. Un millantatore, insomma. Sul quale c’è l’ombra dell’inchiesta fiorentina. E della sua attitudine a cambiare versioni, a smentire se stesso aveva dato prova già all’epoca dell’arresto dei due fratelli boss avvenuto il 27 gennaio 1994 a Milano. Gli agenti della Dia gli piombano a casa a Omegna, lui comincia a parlare con il capo centro dell’Antimafia toscana dell’epoca Nicola Zito e con Francesco Messina, oggi direttore centrale anticrimine della polizia. Ammette di aver conosciuto e frequentato i Graviano fra il 1989 e l’inizio del 1994, dice di aver assistito a una telefonata tra Filippo Graviano e Marcello Dell’Utri. Parlò anche di un incontro tra i padrini palermitani e il braccio destro di Silvio Berlusconi, al ristorante “L’assassino” di Milano. Al momento però di firmare i verbali fa dietrofront e inaugura un lungo silenzio. Un pentito mancato. Che è ricomparso sulla scena poco prima dell’arresto del re di Cosa Nostra, Messina Denaro.
Giletti, il caso dei soldi pagati per l’intervista sulla mafia con Baiardo. Cairo: “Sempre avuto totale libertà”. E la Dia indaga sulle anticipazioni a “Non è l’Arena”
GRAZIA LONGO 14 Aprile 2023
E che parlasse a qualcuno o per qualcuno è parsa più di un’ipotesi a molti. Non più tardi dell’altro ieri sera ha annunciato che a breve sarà ospite di Mediaset per raccontare le sue verità. Ma da Cologno Monzese smentiscono la sua partecipazione ai talk show delle reti del Biscione. Nel pomeriggio di ieri ha preso posizione sui fatti Urbano Cairo, patron di La7: «Giletti ha condotto in 6 anni 194 puntate di Non è l’Arena dove ha potuto trattare in totale libertà tutti gli argomenti che ha voluto inclusi quelli relativi alla mafia sulla quale ha fatto molte puntate, con tutti gli ospiti che ha voluto invitare. Gli auguro di trovare la stessa libertà incondizionata nella sua prossima esperienza televisiva o di altro genere».
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