Caso Orlandi, sulle accuse a Wojtyla l’avvocata Laura Sgrò convocata in Vaticano si rifiuta di fare nomi
di Ester Palma
La legale era stata convocata dal promotore di Giustizia vaticano Alessandro Diddi, come aveva chiesto più volte: ma sabato mattina ha opposto il segreto professionale
Sulle accuse a papa Wojtyla, nell’ambito dell’inchiesta aperta in Vaticano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, il fratello Pietro e l’avvocato Laura Sgrò si rifiutano di indicare le loro fonti al Promotore di Giustizia. E’ accaduto nel corso del brevissimo incontro di sabato mattina in Vaticano fra la legale della famiglia Orlandi, convocata in qualità di testimone per riferire sulla provenienza delle informazioni su Giovanni Paolo II e più in generale sul caso della ragazza scomparsa, e il Promotore di Giustizia Alessandro Diddi, nel corso del quale l’avvocato Sgrò ha scelto di opporre il segreto professionale alla richiesta di spiegare da chi aveva ricevuto le informazioni sulle presunte attività illecite di Giovanni Paolo II.
«La legale chiedeva da mesi quest’incontro»
Lo riporta Vatican News, citando una dichiarazione del direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni: «Il Promotore di giustizia Diddi, insieme al professor Gianluca Perone, Promotore applicato, ha ricevuto l’avvocato Laura Sgrò, come da lei ripetutamente e pubblicamente richiesto, anche per fornire quegli elementi, relativi alla provenienza di alcune informazioni in suo possesso, attesi dopo le dichiarazioni fornite da Pietro Orlandi. L’avvocato Sgro si è avvalsa del segreto professionale».
Laura Sgrò: «False affermazioni, che sia fatta piena luce»
Dichiarazioni contestate dall’avvocato Sgrò che, in una lettera ai vertici della Comunicazione in Vaticano, sottolinea come tale «affermazione non corrisponda al vero», chiedendo che sia «fatta piena luce» sulla questione: «Il mio assistito , signor Pietro Orlandi, è stato ascoltato per ben otto ore l’11 aprile u.s. dal promotore di Giustizia, prof. Alessandro Diddi, al quale ha presentato una corposa memoria corredata da un elenco di ventotto persone, chiedendo motivatamente che siano presto ascoltate. Il signor Pietro inoltre si è reso pienamente disponibile a fornire ogni altro chiarimento a richiesta dello stesso promotore di Giustizia». L’avvocato Sgrò specifica poi in merito ad una «mia personale audizione come persona informata dei fatti» che «essa è evidentemente incompatibile con la mia posizione di avvocato difensore della famiglia Orlandi». Ribadendo, infine, nel rigettare le notizie circolate, che «il segreto professionale è baluardo della verità stessa e attaccarlo significa impedire ad un avvocato di poter apportare il proprio contributo alla verità».
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