Sergio De Caprio, la cattura di Riina e le polemiche con i politici: “Ora prepariamo la pizza per i senzatetto”
di Marco Menduni
Difficile strappare qualche minuto nell’agenda fittissima di impegni di Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che trent’anni fa ha ammanettato il capomafia Totò Riina: «Gestiamo una casa famiglia per dieci persone che non possono vivere nelle loro abitazioni per i problemi dei familiari. Poi ci sono la mensa per i poveri e le docce. Ancora, ospitiamo otto senza fissa dimora, gratis». Ti guardi intorno e non è finita: «C’è l’orto sociale, altre persone preparano il pane nel forno a legna, facciamo da mangiare».
Preghiera e impegno sociale, nella periferia sud-est della Capitale. «Qui c’è una capanna aperta, un altare, padre Max che ogni domenica celebra la funzione. E la fontana con cui regaliamo quel che chiamiamo canto dell’acqua». Non sono religiosi. Sono carabinieri, affiancati da comuni cittadini, a far andare avanti da 12 anni questo esperimento di solidarietà.
Sulla figura del Capitano Ultimo, quello che alla testa di un manipolo di «soldati straccioni» il 15 gennaio 1993 riesce ad arrestare nel centro di Palermo la “belva” Riina e in caserma lo fa fotografare sotto la foto del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, poi interpretato da Raoul Bova in una fiscion di successo, è uscito il libro di Pino Corrias Hanno fermato il Capitano Ultimo (Chiarelettere). Un volume utile per riconnettere logicamente le fasi della lotta alla mafia. Dopo l’arresto di Riina, per De Caprio c’è la gratitudine del Paese intero. Poi arriva una serie di accuse, di processi. Una carriera distrutta. Nulla potrà mai risarcirlo, nemmeno l’assoluzione nel processo per la mancata perquisizione del covo di Riina, con l’accusa di favoreggiamento a Cosa Nostra, finito con l’assoluzione.
Per molti, Ultimo è una leggenda. Per altri un soldato fuori controllo. Così gli viene pure revocata la scorta, nel 2019. Gli verrà restituita dal Consiglio di Stato. Ma intanto 120 carabinieri si erano già messi a disposizione: «Gliela garantiamo noi, nel nostro tempo libero».
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