Sergio De Caprio, la cattura di Riina e le polemiche con i politici: “Ora prepariamo la pizza per i senzatetto”
Poi ha fatto l’assessore all’ambiente della Regione Calabria. Nel 2021 è andato in pensione. Ma De Caprio continua a essere un vulcano di attività. «Questo libro l’ho fatto con Corrias, che stimo. Ma dal giorno dopo sono tornato a guardare alle mille attività del mio presente e del mio futuro», racconta oggi. Non vuole guardare alla sua esistenza con nostalgia né reducismo.
Guarda con orgoglio i suoi nemici negli occhi: «Noi siamo una fratellanza tra soldati, loro sono forti, violenti. Noi siamo il mutuo soccorso dell’amicizia, loro hanno vinto ma non ci hanno domato. Perché sono mediocri, mediocri che riescono però a persistere anche nelle istituzioni».
Ancora, ritorna quel termine: «Noi siamo un gruppo nato dalla fratellanza dei soldati che rimane a lavorare per servire il popolo». Anche con quest’opera di volontariato.
Allora la domanda torna a riproporsi. Chi ha fermato il Capitano Ultimo? Quali sono le forze e le lobby che, denuncia De Caprio, gli hanno dichiarato guerra? «Leggendo il libro si capisce benissimo, le responsabilità sono evidenti», suggerisce.
Eppure lui si sente sempre dalla parte della ragione. Condannato a morte da Provenzano e Bagarella, processato e avvilito, insiste: «Non ho mai avuto paura. Di nessuno. Neanche quando, ai tempi della Duomo Connection, denunciavo le infiltrazioni del malaffare a Milano e Craxi diceva che mi dovevo vergognare». Le polemiche con i politici hanno segnato la carriera di Ultimo fino agli anni più recenti, come racconta nel libro.
Oggi accanto a lui nelle iniziative di solidarietà sono rimasti molti dei suoi carabinieri: «Mi piace – sorride – essere il Capitano Ultimo che aiuta gli ultimi». E ancora una volta ricorda il perché della scelta di quel nome di battaglia: «Mi chiamo Ultimo perché sono cresciuto in un mondo dove tutti volevano essere primi. Ho un solo talento: organizzare la lotta e scegliere gli uomini. I miei sono stati il miglior gruppo investigativo».
LA STAMPA
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