Giorgia va veloce, ora Elly si muova

Alessandro De Angelis

Come evidente, l’annuncio dell’abolizione della “protezione speciale”, tanto utile per gasare la curva, è del tutto ininfluente sul controllo degli arrivi. Come lo è stato – altra misura bandiera – l’inasprimento delle pene per dare la caccia agli scafisti su tutto “l’orbe terraqueo”. Chissà come mai gli scafisti non consultano il codice penale. E i seicento disperati soccorsi al largo di Porto Palo o gli oltre duecento a Lampedusa non si informano sulla legislazione nazionale prima di intraprendere i viaggi della speranza.

E il sole di maggio, con una crescita esponenziale degli sbarchi, è destinato a illuminare il cortocircuito della propaganda messo in campo per supplire al non governo della situazione. Non governo icasticamente raffigurato dalla dichiarazione della premier che da Addis Abeba promette il famoso piano Mattei in autunno, ampiamente a babbo morto, quando cioè la Commissione sarà già in ordinaria amministrazione perché si vota. Il cortocircuito è questo: l’assenza di una strategia, in Europa e in Italia, ha aperto uno spazio alla radicalizzazione su cui Salvini si è infilato, supportato dai giornali di destra che menano la gran cassa dell’invasione (come se i loro beniamini fossero all’opposizione). E Giorgia Meloni, entrata nella dimensione dell’inseguimento in quanto esposta sul tema (nonostante Salvini non sia al Viminale), sceglie, per non subirlo, di intestarsi la radicalizzazione, prima col varo dello stato di emergenza, poi con l’abolizione della protezione speciale. Come a dire: sono pronta allo scontro e guido io (nell’anno delle Europee).

Se ci fosse un’opposizione degna di questo nome, incalzerebbe il governo, disvelandone le contraddizioni. Prima tra tutte che la misura introduce un pericoloso principio di insicurezza nazionale: il non riconoscimento della protezione crea un “esercito di invisibili” che non vengono censiti, alimentando il rischio che diventino massa di manovra della delinquenza nelle periferie. L’opposto (qui il cortocircuito è con la realtà) di come viene presentata. Peccato che invece, di fronte a un’evidente difficoltà del governo, il miglior alleato sia proprio l’opposizione, ognuna persa dentro i fatti suoi. Chi in una lite da “comari” che ne ha sancito l’implosione, chi (i M5s) impegnato solo a ordire trappole al Pd (su guerra e termovalorizzatore), chi scomparso dal discorso pubblico se non per qualche incursione, anch’essa solo propagandistica: “Where is Elly?”.

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