Sergio Mattarella: «Per un Rinascimento europeo partiamo dalla cultura»
di Marzio Breda
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«Leggere è condividere conoscenza e valori: così il continente rinsalda la sua unità e si apre al mondo». Il capo dello Stato, all’avvio del Festival du Livre di Parigi dove l’Italia è ospite d’onore, riflette su letteratura, diritti, convivenza
Signor
presidente, si apre un biennio nel quale l’Italia sta avendo un ruolo da
protagonista nella cultura europea. «Paese Ospite d’Onore» al Festival
du Livre di Parigi, omaggio che si ripeterà nel 2024 alla Buchmesse di
Francoforte, e ciò conferma l’interesse verso la nostra narrativa,
poesia, filosofia e saggistica… Saranno presentati autori contemporanei e
della tradizione, che ci legano all’identità dell’Europa. Possono
essere anche eventi come questi gli «antidoti» di cui l’Ue ha bisogno
per superare fragilità e riscoprirsi unita? Con una cultura certo
plurale, ma su valori comuni?
Sergio Mattarella (foto Paolo Giandotti)
«La partecipazione dell’Italia in veste d’ospite d’onore a due tra le
più prestigiose occasioni culturali europee, oltre a riconoscere il
contributo recato dalla civiltà italica al sentire globale, rappresenta
una grande occasione per proseguire sulla strada di una osmosi che
consolidi sempre più la piattaforma comune di valori sui quali si fonda
la Casa europea.
L’incontro e il dialogo tra culture offre
l’opportunità di conoscersi al di fuori di consolidati stereotipi e
crea, nel confronto, le condizioni per superare la fragilità di una
interpretazione dell’identità basata sulla chiusura e il rifiuto
dell’altro. Il rispecchiarsi in uno spazio largo è ciò che ha consentito
il crescere delle civiltà. Il sapere si è affermato come un valore
democratico, anzi come condizione della stessa vita democratica. Non a
caso l’accesso all’istruzione è divenuto uno dei diritti contemporanei.
Un bagaglio di studi limitato è una barriera che, oltre a creare divari,
genera incomprensioni e, dunque, conflittualità e, soprattutto, ci
impedisce di progettare il futuro con chiavi interpretative adeguate a
comprendere la complessità del nostro vivere contemporaneo.
Il
libro, come ogni altra modalità di espressione della creatività umana,
rappresenta uno strumento di condivisione della conoscenza.
Leggere è essenziale. Bisognerebbe leggere di più e, forse, la lettura del Milione di Marco Polo potrebbe aiutarci a comprendere lo spirito con cui va guardato il mondo.
Lo
scambio apre le menti, tanto più per una cultura solida e ammirata come
quella italiana. Consente di rimuovere pregiudizi e nozioni artefatte
che ostacolano la conoscenza, ricacciandoci in recinti neo-tribali. Il
progresso del mondo è avvenuto anche, se non soprattutto, grazie agli
scambi con le culture “altre”.
Le trasformazioni repentine dei
modelli di convivenza indotte dalle innovazioni tecnologiche, gli
effetti dei cambiamenti climatici e della stessa crisi pandemica, i
conflitti in atto, ci interrogano oggi profondamente nella nostra
personalità. La cultura ci sorregge nella nostra capacità di immaginare
fin d’ora il tempo nuovo, offrendoci criteri divenuti universali. La
sfida è caratterizzata anche dal saper far migrare e incarnare i valori
dei patti fondativi delle società contemporanee nelle architetture
informatiche, che disegnano e influenzano in modo determinante le nostre
società».
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