“Dementi”, “fascisti” e ministri “maiali”. Il vizio della sinistra di insultare i nemici

Niente in confronto al «bastarda» dato alla Meloni (fatto per cui è stato querelato per diffamazione dalla premier). In difesa di Saviano è arrivata la scrittrice Michela Murgia, che ha paragonato la Meloni addirittura alla camorra, perché entrambe minacciano l’autore di Gomorra. Al programma «Otto e mezzo» la filosofa Rosi Braidotti ha parlato della «faccia rabbiosa e cattiva» della Meloni, mentre la conduttrice Lilli Gruber ha preso in giro Mario Giordano per la voce, imitandola su un palco, e dicendo di non sentirsi una sua collega. Insulti e body shaming che, se fossero avvenuti al contrario, sarebbero costati la radiazione dall’albo. Sulla vignetta sessista contro Arianna Meloni la condanna è un po’ più ampia, ma neanche troppo (vedi i grillini che solidarizzano con il Fatto). I vignettisti del Fatto si parano dietro il diritto di satira e addirittura l’articolo 21 della Costituzione. «Siamo già nel fascismo», dice uno di loro. E te pareva.

IL GIORNALE

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