Pnrr, Crosetto: “Non sappiamo come spendere 200 miliardi, prendiamo solo i fondi che useremo”

Zelensky ha detto che la pace si può ottenere quando l’Ucraina avrà riconquistato tutti i territori , Donbass compreso. Una prospettiva da tempi lunghi per la pace.
«L’Italia si muove lungo due linee portanti. La prima è quella dell’aiuto: dobbiamo garantire all’Ucraina il diritto a difendersi. Ma dall’altra c’è un costante e quotidiano impegno a provare a costruire un tavolo per la pace. Perché adesso l’unica cosa che noi possiamo cercare di fare non è far finire la guerra, ma far interrompere lo scontro e provare a far sedere allo stesso tavolo due interlocutori che non si parlano e non hanno nulla in comune».

Che ruolo può avere la Ue?
«Auspicherei un ruolo maggiore dell’Europa per cercare di gettare acqua sul fuoco. Perché si è bravissimi a buttare benzina, ma non c’è nessuno che fa il pompiere. Noi abbiamo bisogno di pompieri in un mondo in cui l’Onu, che doveva essere il pompiere, ha perso la possibilità di esserlo. Perché il Consiglio di sicurezza è bloccato dai membri permanenti come Russia, Cina, Stati Uniti. Quindi per la pace c’è bisogno di un altro interlocutore».

Può esserlo la Cina?
«La Cina dev’essere un interlocutore al tavolo della pace. Per gli imprenditori però è un grandissimo concorrente. È uno dei temi che dobbiamo porci in Italia e in Europa. Io oggi voglio sapere fra trent’anni quale sarà la terra rara, di cui magari non abbiamo nulla. E in quest’ottica per l’Europa e per tutto l’Occidente, diventa rilevantissimo quello che fino adesso abbiamo considerato un problema: l’Africa dove i cinesi cercano di farla da padroni».

Le imprese lamentano di non trovare manodopera e chiedono più immigrati. Il governo invece chiude le porte.
«Il tema non sono i 200-300 immigrati al giorno. Il tema è che se tu non cambi la situazione in Africa, fra vent’anni ci saranno 1,5 miliardi di disperati che guarderanno verso noi perché non avranno di che sfamarsi. O li fermi adesso facendoli crescere, o fra vent’anni 1,5 miliardi non li fermi mettendo tutte le marine, gli eserciti e le aeronautiche d’Europa. Quello che adesso è un problema, fra vent’anni invece può essere la vera arma in più dell’Europa per l’indipendenza totale dall’Asia per materie prime, acqua, produzioni agricole».

Insisto. Nel Def, redatto dal Tesoro del governo, nei numeri dell’Inps, c’è scritto che senza migranti anche nel breve periodo i conti pubblici rischiano di non reggere.
«C’è una doppia immigrazione: quella che diventa lavoro normale, pagato, e quella che serve in molte zone del Paese ad abbassare il livello del costo del lavoro illegalmente, facendo concorrenza sleale. L’immigrazione non vuol dire porte aperte a tutti. Ha senso quando c’è l’integrazione. Se io prendo 1000 persone e le ghettizzo in un quartiere, le faccio vivere di sussidi e le dimentico, creo un esercito di 1000 persone che si sentono trattate come nei quartieri francesi dove non entra né polizia né esercito. L’immigrazione è un problema serio e non vuol dire lavarsi la coscienza».

Insisto ancora, all’ultimo click day l’offerta era di 80mila posti di lavoro ma le aziende ne chiedevano 250mila.
«Dobbiamo abituarci a chiedere le cose di cui abbiamo bisogno. E noi abbiamo bisogno di ingegneri. E con 850 ingegneri elettronici l’anno non abbiamo futuro».

Ma i giovani ingegneri vengono pagati 1500 euro al mese. Forse basterebbe alzare gli stipendi.
«C’è il mercato. Se trovo qualcuno che mi paga di più mi sposto e molti ragazzi si stanno spostando all’estero. Alla fine il mercato regola. I l problema è la formazione. Ancora oggi abbiamo troppi diplomati e laureati in materie umanistiche e troppo pochi in materie scientifiche».

Passiamo alle tasse: nel programma di governo era annunciata una forte riduzione. Nella manovra però non ci sono le risorse.
«Intanto il governo ha cominciato da 5 mesi. Quando siamo arrivati il prezzo dell’energia era alle stelle, il Pil scendeva, la guerra era – ed è – in corso. Un percorso difficile, ma con poche risorse abbiamo cercato di dare qualche segnale. La ricchezza la crea l’attività privata. Lo Stato la deve amministrare e non la deve toccare se viene reinvestita.

Certo non possiamo fare altro debito. E non solo perché l’Europa non lo consente.
«Non dobbiamo avere un rapporto di soggezione con la Ue. Perché la Ue tende a mettere regole molto dure per alcuni e poi consente al Lussemburgo di utilizzare regole fiscali di grande vantaggio. Allora vogliamo anche noi le stesse regole. Dobbiamo renderci concorrenziali dal punto di vista fiscale e amministrativo rispetto agli altri Paesi europei.

Le imprese ogni giorno indossano l’elmetto per contrastare i concorrenti. Il governo invece tutela i balneari.
«Si possono adeguare regole e tariffe, senza portare avanti un’ideologia. Se a parità di incasso per lo Stato posso avere 100 bagni gestiti da 100 famiglie o 100 bagni gestiti da una sola grande società, preferisco avere 100 famiglie».

Il 25 aprile sarà a Cuneo e a Boves, luoghi simbolo della Resistenza antifascista. Non si porta il presidente del Senato La Russa al seguito?
«(Sorridendo) Sarò con il Presidente della Repubblica. Io viaggio solo con la prima classe».

LA STAMPA

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