Bonaccini: «Conte firma il quesito sull’Ucraina? La politica estera non si fa così. Nel Pd voglio garantire tutti»

di Maria Teresa Meli

ll presidente dem Bonaccini: questo è un governo senza bussola. L’alternativa al termovalorizzatore di Roma sono nuove discariche

Bonaccini: «Conte firma il quesito sull’Ucraina? La politica estera non si fa così. Nel Pd voglio garantire tutti»
Stefano Bonaccini con a consigliera comunale Manuela Rontini e l’ex campione di ciclismo Davide Cassani

Stefano Bonaccini, siamo allo schema: fascisti-antifascisti? Finora non ha portato bene al Pd…
«Siamo alla vigilia del 25 Aprile, Festa nazionale della liberazione dal nazifascismo. Chi governa il Paese non può essere distante dai valori di libertà e antifascismo su cui si fonda la nostra Costituzione, o rimetterli in discussione. Né si può riscrivere la storia, tanto più se si ricoprono ruoli istituzionali. Non ho pregiudizi, misuro le parole e i comportamenti e torno a ripetere: Giorgia Meloni ha un problema nel suo partito. Spetta a lei risolverlo. Noi saremo nelle piazze a celebrare una ricorrenza che dovrebbe unire tutti gli italiani».

Il Pd scende in piazza sulla sanità pubblica, ma le battaglie si vincono in Parlamento. Come intendete muovervi?
«La mancanza di risorse per la sanità pubblica sta mettendo in ginocchio tutte le Regioni e con esse il Sistema sanitario nazionale. Sono certo che una mobilitazione straordinaria nel Paese parlerebbe anche a tanti che hanno votato a destra, ma che chiedono che venga garantito il diritto universale alla salute. E sono convinto che anche in Parlamento il governo avrebbe difficoltà a non rispondere a questa priorità, se incalzato con proposte serie. Come Regioni ci stiamo muovendo unite: sulla sanità pubblica bisogna investire, non tagliare».

I cattolici lamentano di non essere più rappresentati nel Partito democratico.
«Il cattolicesimo democratico è una componente costitutiva e quindi essenziale del nostro partito, senza la quale il Pd non sarebbe più il Pd. Non si tratta di una minoranza da tutelare, ma di una componente vitale del Pd, che deve essere pienamente dentro alla discussione e al percorso che ci porti a un partito più grande e più forte. Come presidente del Pd mi sento impegnato a garantire a tutti il massimo di agibilità e sono certo che la prima ad avvertire questa responsabilità sia proprio la segretaria Schlein».

Il governo vuole tagliare il cuneo fiscale, voi del Pd siete favorevoli?
«Mi sembra un governo senza bussola. Un giorno è la flat tax, il giorno dopo è il cuneo fiscale, e peraltro il nuovo taglio varrà fino a dicembre, poi non si sa se sarà confermato, un altro ancora è la diminuzione delle imposte per chi fa figli. Vivono alla giornata. Serve un taglio significativo e strutturale al costo del lavoro per avere buste paga più alte e un vantaggio per le imprese che assumono in modo stabile. È questa la scelta netta da compiere, non disperdere le risorse in mille rivoli come hanno fatto col bilancio di quest’anno, dove nessuno si è accorto di alcun beneficio. Basta chiedere alle persone se sono aumentati gli stipendi o se sono calati i prezzi».

Il Pd dice sì al termovalorizzatore di Roma e no ad altri impianti simili in futuro?
«L’alternativa al termovalorizzatore di Roma sono nuove discariche, rifiuti portati con migliaia di camion in altre parti del Paese e in Europa e spazzatura che resta accumulata per le strade. Certo, l’obiettivo su cui spingere al massimo è il contenimento dei rifiuti, la buona raccolta differenziata, l’economia circolare. Il Pnrr è anche questo, perciò è essenziale non perdere quelle risorse. Ben prima dei termovalorizzatori l’Italia deve superare le discariche, dove entro il 2035 dovrà essere conferito meno del 10% dei rifiuti. L’Emilia-Romagna è già oggi sotto il 2%, ha superato il 73% della raccolta differenziata e ha l’obiettivo di breve termine di arrivare all’80%. E intanto abbiamo già spento il primo termovalorizzatore. Serve un governo efficace del ciclo dei rifiuti, appunto. Che è quello che sta provando a fare Gualtieri a Roma, finalmente, dopo anni di ideologia e immobilismo».

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