Santoro non si tiene: “A pascolare le pecore”. Chi insulta per il 25 aprile
Alla sinistra non basta mai. Non basta neanche la lunga lettera al Corriere della sera con cui la premier Giorgia Meloni, il 25 aprile, ha preso ancora una volta le distanze da ogni totalitarismo: “Da molti anni e come ogni osservatore onesto riconosce i partiti che rappresentano la destra in Parlamento hanno dichiarato la loro incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo”. Parole nette e definitive che naturalmente non sono sufficienti a evitare alla premier le polemiche strumentali della sinistra. Un esempio se ne è avuto durante la trasmissione Dimartedì su La7. Michele Santoro intervistato dal conduttore Giovanni Floris parte subito all’attacco: “In questa lenzuolata di parole di Meloni sul Corriere della Sera la parola antifascismo non c’è una sola volta. Dobbiamo pensare che lei e Ignazio La Russa sono fascisti? Non lo penso, ma credo che siano afascisti – argomenta il giornalista – Ormai non sono né l’uno né l’altro, non sanno da dove vengono e dove vanno”.
L’ex volto di tante trasmissioni Rai tira poi in ballo i consigli non richiesti di Gianfranco Fini alla premier. L’ex leader di An aveva chiesto a Meloni di dichiarare “senza ambiguità” che la destra italiana ha chiuso i conti col fascismo. “Sarà pure un maschio 8, ma Fini un po’ di politica l’ha studiata. Ha detto a Meloni di dire di essere antifascista, lei non ci è riuscita”, argomenta Santoro che spiega cosa si aspettava dal discorso della premier. Innanzitutto che si dicesse espressamente antifascista, e poi che linciasse pubblicamente La Russa e il ministro Francesco Lollobrigida…
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