Conte va coi no-vax pur di opporsi all’invio di armi all’Ucraina

Come quando otto filosofi, sei scienziati e sei giuristi della commissione DuPre invitavano a ricorrere «al dubbio e alla precauzione nella valutazione degli effetti collaterali del vaccino». La loro campagna mirava, come detto, a contestare l’imposizione del green pass. In seguito all’invasione russa in Ucraina, l’associazione ha spostato la sua attenzione sulla guerra. Particolari polemiche sollevarono le parole di Freccero a inizio aprile dello scorso anno, quando disse che «esiste un materiale prodotto ad hoc a scopo propagandistico di cui conosciamo l’esistenza, ne è un buon esempio il bombardamento all’ospedale pediatrico con l’influencer incinta, successivamente dichiarata morta e ricomparsa poco dopo in un’altra storia. Ma già nelle altre guerre avevamo precedenti di ogni tipo, dai falsi salvataggi dei caschi bianchi in Siria ai filmati dell’Isis girati in studio». Tornando a Conte, il capo pentastellato si è convinto che sull’Ucraina bisogna passare ai fatti. E che il referendum è l’occasione giusta per dare del filo da torcere al governo. «Usare le armi è segno di debolezza, negoziare richiede coraggio», ha sostenuto pochi giorni fa rilanciando un tweet del Papa.

IL TEMPO

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