Primo Maggio, la festa triste: “Il lavoro non è più un diritto”

Del resto le manifestazione del 25 aprile e del Primo maggio non fanno registrare alcun cambiamento nelle intenzioni di voto degli italiani, poche sono le evoluzioni che registrate nel sondaggio realizzato per Porta a Porta tra il 26 e il 27 aprile. Rispetto a 15 giorni fa (ultimo sondaggio su La Stampa) pochi sono i cambiamenti rilevanti: un +0,5% per il Movimento 5 Stelle (15,7%) e la perdita di consenso di Fratelli di Italia (-0,6%). Carlo Calenda con Azione e Matteo Renzi con Italia Viva, ora divise, generano una crescita totale sulla somma della loro ex alleanza dello 0,7%, che tuttavia non può essere metro di paragone (le precedenti rilevazioni prendevano in considerazione un’unica formazione politica).

Riflettendo sui dati, ciò che pensano gli italiani del Primo maggio rispecchia ciò che pensano del lavoro, e a tratti della politica. La domanda riflette una risposta mancata: paghe inferiori alle attese, navigare a vista tra le emergenze, sciatteria nella gestione, metodi antiquati ecc… Di anno in anno cresce la percentuale di persone maggiorenni che non partecipano alla vita politica. Un’adesione che potrebbe avvenire in maniera indiretta per qualche elettore, leggendone o parlandone, oppure in via attiva partecipando a cortei e manifestazioni e che, tuttavia, a oggi tiene lontano un italiano su tre (26,3% dati Istat 2021). Nulla cambia e tutto si perpetua e così, come recita una freddura, se al desiderio di un bambino per un unicorno alato da trovare sotto l’albero di Natale gli chiedessimo qualcosa di più reale, lui ci potrebbe domandare un lavoro per aiutare la sua famiglia e pianificare il futuro… Sarà proprio allora che ci faremmo in quattro per trovare la leggendaria creatura.

LA STAMPA

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