Migrante con la protezione speciale accoltella poliziotto

Mario Benedetto

Ha aspettato sotto casa il poliziotto che lo aveva arrestato alcune settimane prima, per accoltellarlo. Il tutto risiedendo in Italia con un permesso di soggiorno per protezione speciale. La storia del 23enne ivoriano, tratto per l’ennesima volta in arresto nell’occasione citata con l’accusa di tentato omicidio, arricchisce il dibattito sviluppatosi sulla questione, evidenziando le ragioni della messa in discussione dell’istituto. Oltre a rappresentare una delle tante storie che ha a che vedere con la disciplina degli ingressi nel nostro Paese e con la situazione recidive di reati con cui le forze dell’ordine hanno quotidianamente a che fare, mettendo a rischio la propria incolumità.

Utile ricostruire la storia giuridica e criminale dell’aggressore, con più di un precedente, la cui domanda di protezione internazionale alla questura di Palermo risale al 12.02.2018. In essa aveva dichiarato di essere sbarcato a Lampedusa ben un paio d’anni prima, precisamente il 23.01.2016. Richiesta rigettata il 30.07.2018 dalla commissione territoriale di Palermo, considerata l’assenza del fondato timore di trattamenti persecutori nei suoi confronti e di gravi motivi di carattere umanitario.

Dunque non sussistevano i presupposti per il riconoscimento dello status di rifugiato o dello status di protezione sussidiaria e umanitaria. Segue un ricorso del richiedente alla sezione specializzata del Tribunale civile che, con decreto del 24.10.2019, rigettava la richiesta dello status di rifugiato o la protezione sussidiaria in virtù dell’assenza delle condizioni che li giustificassero quali persecuzioni o rischi di danno o minaccia grave individuale.

Al contempo, però, il Tribunale gli riconosceva il diritto a un permesso di soggiorno per protezione speciale ai sensi dell’art. 1, comma 9 del d.l. 113/18 in virtù delle prove fornite dal richiedente circa il proprio positivo inserimento e radicamento nel tessuto economico-sociale dello Stato italiano, raggiunto tra l’altro mediante l’impegno profuso nello studio. Il 30.10.2019 la Commissione Territoriale prendeva atto della decisione del Tribunale e la Questura rilasciava il permesso con scadenza 23.12.2021. Protezione speciale rinnovata sino al dicembre 2023: l’Italia, e non la Costa d’Avorio, costituiva «il principale centro di interessi del richiedente».

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