Pietro Orlandi: “Su Wojtyla non mi scuso, lui sapeva la verità su Emanuela. Se il Vaticano vuole, l’inchiesta può durare pochissimo”
«Se il Vaticano vuole, l’inchiesta può durare pochissimo»: Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, cittadina vaticana scomparsa nel 1983 a 16 anni, non si arrende e oggi a Verissimo ha nuovamente sollecitato una indagine che faccia luce, dopo 40 anni, su quello che può essere successo alla sorella. «La sento viva», dice. «Quella cosa che Wojtyla uscisse di nascosto la sera – dice Pietro Orlandi – era una frase che dicevano tutti quanti. Io non ho offeso nessuno e per questo non mi sono mai scusato. Ho riportato le parole di un audio, non mie, in cui si fanno dichiarazioni pesanti su Papa Wojtyla e sulla questione di Emanuela. Ho ritenuto opportuno farle ascoltare al promotore di giustizia affinché sentano questa persona». Lo ha detto Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, a Verissimo su Canale 5. «Quando vado a trovare mia madre lei mi chiede sempre “ma allora Emanuela l’hai trovata?” Lei aspetta sempre la bella notizia, che prima o poi arriverà, sono sempre ottimista».
Orlandi si riferisce a un dossier, sulla cui autenticità ci sono opinioni molto discordanti, che racconterebbe nel dettaglio quello che è accaduto alla sorella Emanuela fin dai primi momenti della scomparsa: «Lo vide il cameriere del Papa, Paolo Gabriele che era amico mio, e lo stesso padre Georg lo disse al mio avvocato, le disse “il dossier c’è ma sta in segreteria di Stato”, quindi quando ora dice che lui non ce l’ha è vero».
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