Il video di Meloni (al posto della conferenza stampa) in cui nulla è lasciato al caso: gli oggetti, i gesti, lo sguardo
Nel video, costruito con l’aiuto dei social media manager meloniani e supervisionato dal capo ufficio stampa Mario Sechi,
nulla è lasciato al caso. Gli oggetti parlano e il resto lo fa la
protagonista, tagliando vistosamente l’aria con gesti geometrici,
puntando decine di volte gli indici verso lo spettatore, a sottolineare i
concetti con cui spera di spazzar via le critiche dei sindacati e delle
opposizioni.
Finché Meloni, dopo aver decantato le gesta del suo governo, si
ferma davanti al Tricolore e al vessillo della Ue, torna a dirsi «fiera
di celebrare il primo maggio con i fatti, non con le parole», bacchetta
(ancora) «chi polemizza» per l’idea di tenere un Cdm nel giorno
dell’omaggio ai lavoratori e saluta i suoi follower: «Buon primo maggio a
tutti. E adesso, al lavoro!».
È qui che la presidente spalanca la porta della Sala dove dal 1961 si tiene il Consiglio dei ministri e lascia che per qualche secondo lo sguardo corra sul soffitto scuro decorato con travi di legno, sul fregio seicentesco, sui due giganteschi arazzi che raffigurano le storie della vita di Alessandro Magno.
Meloni saluta la squadra e tutti i ministri, seduti attorno al tavolone rotondo, rispondono diligenti in coro: «Buongiorno!». Infine prende posto tra Alfredo Mantovano e Antonio Tajani (dove l’attendono un accendino e il taccuino con gli “appunti di Giorgia”) e dà il via ai lavori con un energico scampanellio.
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