Re Carlo, dall’olio di Gerusalemme al trono, dalle due carrozze al “caso Harry”: tutti i dettagli della “Operazione Globo” tra tradizione e novità

Restituita alla Scozia nel 1996, la pietra è stata riportata a Londra per l’occasione. Posto sul mosaico del «cosmati pavement», il trono si trova davanti all’altare maggiore. L’arcivescovo di Canterbury procederà allora all’unzione di Carlo III, sottolineando così lo status spirituale del re, che è anche capo della Chiesa d’Inghilterra.

Lolio di Gerusalemme
L’olio per la cerimonia proviene dalle olive del Monte degli ulivi a Gerusalemme ed è stato consacrato con una cerimonia nella Chiesa del Santo Sepolcro.

L’olio, contenuto in un’ampolla d’oro a forma di aquila risalente al 1661, verrà versato su un cucchiaio d’oro del 12 secolo. L’unzione del capo, il petto e le mani del sovrano è la parte più sacra della cerimonia. Per questo avverrà al riparo di un baldacchino, che la nasconderà alla vista del pubblico. La fase successiva è quella dell’investitura. L’arcivescovo porrà sul capo di Carlo III la corona di Sant’Edoardo, dal peso di 2 kg, risalente al 1661.

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I simboli del potere
Poi il monarca riceverà gli altri simboli del suo potere: il globo, l’anello dell’incoronazione, lo scettro con la croce e lo scettro con la colomba.

Nel momento in cui Carlo indosserà la corona suoneranno le trombe e salvo di cannone verranno sparate alla Torre di Londra e in diverse località del regno. Altre insegne reali – i bracciali, il manto, l’anello e il guanto – verranno consegnati da pari del regno di fede musulmana, ebrea, sikh e hindu. Infine vi sarà l’intronizzazione.

Il pubblico da casa giurerà fedeltà alla corona
In passato, una volta seduti sul trono, i sovrani ricevevano in questa fase l’omaggio dei pari, con un giuramento di fedeltà. Ma questa volta potranno farlo tutti i cittadini britannici, nell’abbazia, davanti ai maxischermi, seduti davanti al televisore nelle loro case, in un coro ideale di milioni di persone.

Il testo del giramento che l’arcivescovo di Canterbury inviterà a pronunciare sarà: «Giuro che sarò veramente leale a Sua Maestà, e ai suoi eredi e successori nel rispetto della legge. Aiutami mio Dio».

Subito dopo il suoneranno le trombe e l’arcivescovo dirà: «Dio salvi il re». I presenti risponderanno: «Dio salvi re Carlo. Lunga vita a re Carlo. Possa il re vivere per sempre».

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Successivamente la regina Camilla riceverà l’unzione, prima di venir incoronata e intronizzata in una cerimonia più semplice, che non comprende il giuramento. Per lei è prevista la corona della regina Mary.

La benedizione condivisa con leader religiosi cristiani
Saranno diversi i momenti per sottolineare l’apertura a tutte le fedi. Una delle letture bibliche, la lettera ai Colossesi, sarà pronunciata dal primo ministro Rishi Sunak, di religione hindu.

Per la prima volta, la benedizione verrà condivisa con leader religiosi di altre confessioni cristiane, fra cui il cardinale cattolico Vincent Nichols. Al termine del servizio religioso, il sovrano riceverà gli auguri da leader ebrei, hindu, sikh, musulmani e buddisti, in un atto studiato per sottolineare la volontà di Carlo III di promuovere il dialogo religioso.

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Il re pregherà ad alta voce
Altri cambiamenti alla cerimonia religiosa per aggiornare la tradizione prevedono che il re preghi in alcuni momenti ad alta voce. Inoltre dopo che la chiesa anglicana ha permesso alle donne di diventare vescovo nel 2016, l’arcivescovo verrà assistito nella distribuzione della comunione da due donne, Guli Francis-Dehqani, vescovo di Chelmsford, e Rose Hudson-Wilkin, vescovo di Dover.

Le due carrozze
Rompendo con la tradizione, vista probabilmente anche l’età dei due sovrani,74 anni lui, 75 lei, è stata scelta per la processione la carrozza del Giubileo di diamante, più comoda e molleggiata, dotata di aria condizionata e vetri elettrici, e pur sempre trainata da sei cavalli.

Al ritorno, per la processione in senso inverso, i sovrani saliranno invece sulla carrozza D’oro, usata in tutte le incoronazioni fin dal 1830.

I costi dell’incoronazione, oltre 100 milioni
Noto per la sua frugalità e lo stile di vita parsimonioso, Carlo III ha voluto un’incoronazione ‘snella’, ben diversa da quella che accompagno’ l’ascesa al trono della madre, Elisabetta II, ma anche molti dei suoi antenati.

Tagliati gli invitati (da 8mila, sono scesi a 2mila), dovrebbero essere scesi anche i conti. Eppure la cifra esatta dei costi non si saprà se non a cerimonia terminata, ha fatto sapere Buckingham Palace.

L’unica cifra circolata finora è quella fornita al tabloid Sun da una fonte del comitato organizzatore, che ha parlato di circa 100 milioni di sterline. Una stima credibile fa ipotizzare che i costi arrivino a 120 milioni.

Si sa invece di già chi paga: i fondi arriveranno dalla sovvenzione sovrana, l’indennità annuale destinata al re fissata dal tesoro, e dall’erario; quindi pagheranno i contribuenti.

Cento milioni di sterline sono tanti o pochi? Difficile dirlo anche perché la comparazione va fatta con eventi che affondano nei secoli passati e occorre tener conto dell’inflazione. Cento milioni é comunque all’incirca quanto costò il matrimonio di Carlo nel 1981 con la principessa Diana, nozze considerate uno dei matrimoni reali più costosi di sempre (quella volta, però fu la Famiglia reale a pagare l’intero conto).

Mentre il Giubileo di Platino l’anno scorso costò 28 milioni di sterline. Da notare però che, stando a un recente sondaggio YouGov, la gran parte dei britannici vorrebbe che Carlo, che ha una fortuna personale di 600 milioni di sterline, si pagasse anche le spese del suo «gran giorno»: solo il 32% degli intervistati ritiene infatti che l’incoronazione dovrebbe essere pagata dalle casse pubbliche.

LA STAMPA

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