Contro il governo Meloni (e il buon senso): gli scivoloni di Landini e della Cgil
L’autogol della contestazione
Rimasto senza argomenti e scottato da un recente scontro in tv con Giorgio Mulè di Forza Italia, che lo inchiodò con una semplice frase (“Cos’hai fatto in dodici anni? Nulla”), Maurizio Landini s’impadronisce ideologicamente della battaglia della settimana corta, ignorando però completamente gli effetti controproducenti che erano stati studiati in Nuova Zelanda, dove i ricercatori avevano visto come in quei quattro giorni non solo era aumentato il carico di lavoro, ma anche le pressioni dei capi sulla misurazione delle performance e della produttività. Insomma: là il risultato è stato un paradossale peggioramento delle condizioni dei lavoratori. Per l’ennesima volta, quindi, la Cgil si dimostra fuori dalla realtà.
Nessuna figuraccia, tuttavia, toccherà mai le vette che sono state raggiunte a Rimini in occasione dell’arrivo di Giorgia Meloni al congresso nazionale della Cgil. Una militante, in segno di contestazione contro il presidente del Consiglio, si presenta con una stola bianca con scritto “Pensati sgradita”. Tra lanci di peluche e intonazioni di Bella ciao, la leader di Fratelli d’Italia stronca tutti i simpatizzanti della Cgil con una frase che non lascia alcun margine di replica: “Ringrazio anche chi dice ‘pensati sgradita’. Uno slogan efficace. Anche se non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica”.
Una gaffe dietro l’altra della Cgil
E arriviamo così ai giorni nostri. In vista dell’emanazione del decreto Lavoro licenziato dal governo nella giornata della Festa dei Lavoratori, l’ex segretario della Fiom va su tutte le furie: “Per pensare ai lavoratori hanno tempo 364 giorni l’anno, non capisco perché proprio il primo maggio dovrebbero fare un Consiglio dei ministri”. La convocazione del Cdm per il 1° maggio viene addirittura vista come un atto “arrogante e offensivo”. Anche in questa circostanza, il capo dell’esecutivo non si lascia sfuggire l’occasione per una gustosissima contro-frecciata: “Se Landini pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo maggio, allora il concerto la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno”. Ma ovviamente il Concertone, per la sinistra, resta ancora adesso assolutamente intoccabile: per cantare e ballare – e così non pensare alle soluzioni concrete da atture a favore le persone in difficoltà – si trova sempre l’occasione “giusta”.
IL GIORNALE
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