La linea della Bce non cambia: l’aumento dei tassi di interesse va avanti (almeno) fino all’estate
In sostanza, sono sempre più lontani i tempi nei quali l’Italia poteva contare sul sostegno massiccio della Bce in modo da assicurarsi domanda per suo debito pubblico. Oggi a Francoforte prevale l’idea che il nemico da battere è l’inflazione, con la massima determinazione. E se ciò dovesse aprire problemi di stabilità finanziaria, su alcuni titoli di Stato o nel settore privato, nella banca centrale oggi non si pensa di fermarsi per questo. La Bce crede di poter sempre gestire le emergenze garantendo liquidità ai soggetti che finiscono sotto pressione. Ma i tassi ora devono salire.
Gli ultimi mesi hanno dimostrato che questo per l’Italia non è un percorso impossibile, a una condizione: che i tassi della Bce non restino elevati a lungo. Interessi medi attorno al 4% offerti su titoli di Roma da vendere per il resto del 2023 e per tutto il 2024 squilibrerebbero i conti dello Stato. Anche per questo è importante che l’inflazione inizi a scendere, perché la Bce possa tornare presto a ridurre i tassi. E ieri il carovita in area euro al netto di energia e alimentari — il valore che Francoforte guarda di più — ha accennato il suo primo, minuscolo calo al 5,6%. Ma poiché gli obiettivi sono ancora lontani, la partita resta più aperta che mai.
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