La caccia ai diamanti russi: ora si vuole tracciare il tesoro del Cremlino
I diamanti russi rappresentano uno dei “buchi neri” delle sanzioni occidentali. Da tempo diversi governi del blocco euro-atlantico e i maggiori sostenitori di Kiev nel mondo chiedono che il mercato delle pietre preziose russe venga inserito pienamente nell’alveo dei provvedimenti contro il Cremlino. Il motivo è la quantità di denaro mossa dalla produzione e vendita di diamanti grezzi e lavorati: un volume che per la Russia significa almeno 4 miliardi di euro ogni anno derivante dalla loro esportazione.
Fino a questo momento, come ha ricordato un articolo de il Post, l’Unione europea non ha saputo trovare la quadra sulle sanzioni ai diamanti russi in particolare per il veto del Belgio. Anversa, infatti, è uno dei maggiori hub mondiali di questo settore, e questo implica che il mercato dei diamanti rappresenta per il Paese un pilastro della propria economia. Colpire l’importazione di diamanti russi significherebbe quindi andare a incidere in modo significativo su un elemento portante dell’economia locale e, in assenza di contrappesi, rischiando di minare un segmento molto rilevante del mercato di Anversa.
Il pressing di Kiev su Ue e G7
Dall’inizio della guerra in Ucraina, non solo Kiev ma anche molte cancellerie europee hanno premuto sul Belgio affinché bloccasse completamente questo commercio con cui la Russia, attraverso la società Alrosa, incassa miliardi direttamente da quel blocco occidentale che supporta le forze ucraine. Il Belgio, dall’inizio dell’invasione, ha limitato l’import di queste pietre dalla Federazione russa – quasi tutte dalla lontana Jacuzia – ma, allo stesso tempo, ha evitato di far sì che nei vari pacchetti delle sanzioni fosse incluso l’intero mercato dei diamanti. Una scelta che è stata condannata soprattutto se messa in parallelo con i provvedimenti assunti invece contro il gas e il petrolio di Mosca e che è stata anche negata dal governo belga.
Ora, come riporta un articolo di Politico, si starebbe muovendo direttamente il G7. Il gruppo dei “grandi”, infatti, che rappresenta Paesi che condannano la decisione russa dell’invasione dell’Ucraina e che hanno già accelerato su vari tipi di sanzioni, sta cercando di arrivare a una soluzione per un divieto internazionale di questi diamanti. L’idea è che possa essere proposto un piano già nel vertice che si terrà in Giappone il 19 maggio che prevede soprattutto il tracciamento delle gemme onde evitare che queste arrivino comunque nei mercati occidentali eludendo le sanzioni.
Al momento, spiegano gli esperti, basta che i diamanti siano lavorati e rietichettati in altre parti per far sì che questi non siano sanzionabili. Ma il G7 starebbe cercando di evitare questa elusione utilizzando dei dispositivi della Spacecode per identificare la provenienza del diamante a prescindere dalla semplice etichetta.
Pages: 1 2