Lavoro e reddito di cittadinanza. Il decreto della discordia

Il taglio del cuneo fiscale può effettivamente avere dei risvolti positivi?

Ichino: “Il fatto che questa misura sia a termine, non strutturale, rischia di ridurre molto il suo impatto positivo sull’occupazione e in particolare su quella stabile. Però il taglio è importante, va nella direzione giusta dell’allineamento del cuneo italiano a quello francese e – chissà – domani anche a quello tedesco. Per questo occorre sperare che nella Finanziaria di fine anno si trovino i fondi per rendere la misura strutturale”.

Sacconi: “E’ ciò che lo Stato può fare per difendere il potere d’acquisto dei salari più esposti all’erosione della nuova inflazione senza rincorrerla. Può inoltre sollecitare una nuova stagione contrattuale, soprattutto di prossimità e quindi collegata agli incrementi della produttività e delle competenze”.

Ha destato molto scalpore l’idea di presentare tale decreto proprio il giorno del primo maggio. Lei cosa ne pensa?

Ichino: “Il 25 aprile e il 1° maggio sono considerati tradizionalmente due feste “di sinistra”: si può capire l’imbarazzo per un governo di segno politico opposto costretto ciononostante a celebrarle. Approvare il decreto sul lavoro nel giorno della Festa del Lavoro è un modo per cavarsi d’impiccio lanciando il messaggio secondo cui in quel giorno il Governo è stato all’opera per il mondo del lavoro: non vedo il motivo di scandalizzarsene”.

Sacconi: “Mi sembra una polemica senza fondamento e dalla quale si sono dissociati sindacati come cisl e ugl. Si conferma il fatto che abbiamo, per fortuna, il pluralismo sindacale”.

IL GIORNALE

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