Meloni e Macron, amici mai. Congelata la visita a Parigi: “Senza scuse non parto”

Ilario Lombardo

ROMA. Antonio Tajani ha atteso inutilmente un comunicato di scuse. La macchina ferma, in aeroporto, a Firenze, nella speranza che qualcosa si muovesse a Parigi, dopo le bordate durissime del ministro dell’Interno Gérald Darmanin contro Giorgia Meloni e il governo italiano, «incapace di risolvere i problemi migratori». Alle 15.20 di ieri era previsto il volo che doveva portare il ministro degli Esteri italiano nella capitale francese, per una cena con l’omologa Catherine Colonna. Alle 19,30 di sera i due dovevano essere seduti a tavola al Quai d’Orsay, uno di fronte all’altro, per un incontro organizzato con cura da settimane e che avrebbe dovuto preparare la visita, a breve, di Giorgia Meloni all’Eliseo.

Tajani è incredulo. Fa trapelare che la sua missione è a rischio. Gli serve per sollecitare un intervento, una sconfessione, che però non arriva. Nei minuti di attesa, di fronte all’aereo pronto per decollare, lo staff del ministro si mette in contatto con l’ambasciata italiana Parigi, quella francese a Roma, con il gabinetto della ministra Colonna. Un comunicato del ministero degli Esteri francese arriva, vorrebbe essere una presa di distanze da Darmanin, seppure in una formula più generica, meno diretta, che richiama «al rispetto reciproco», «allo spirito del Trattato del Quirinale», contratto fondativo della nuova collaborazione tra i due Paesi. Ma non basta. Non basta che Colonna, per ridimensionare il ruolo del collega dell’Interno, richiami la centralità degli scambi tra ministri degli Esteri nella composizione della strategia europea. Meloni vuole le scuse, «ora, subito». E le considera una precondizione per lasciare che Tajani voli a Parigi, in quella che doveva essere la tappa cruciale di un riavvicinamento che, nei piani di entrambi i Paesi, entro un mese sarebbe dovuto culminare nella stretta di mano a Parigi con Emmanuel Macron. Il comunicato agli occhi di Tajani è «scialbo». Troppo. Sente Meloni e concordano la linea. L’auto del ministro lascia Firenze in direzione di Milano, dove lo attende la convention di Forza Italia. Non andrà più a Parigi.

Dopo l’annuncio, la ministra Colonna gli telefona due volte. Tajani le spiega l’enorme problema che Darmanin ha creato, le confessa che «sarà complicato ricucire», «ci vorranno settimane». Il ministro italiano al telefono coglie l’imbarazzo della collega, presa come tutti alla sprovvista. Colonna prova ancora con un tweet, in cui racconta di aver parlato con Tajani e spera «di vederlo presto a Parigi».

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.