Covid, stop all’emergenza. L’Oms: 20 milioni di morti

Nella testa degli italiani il Covid è finito già da tempo, parallelamente alla revoca delle restrizioni che hanno condizionato la vita negli ultimi 3 anni. L’ultimo passo verso la liberalizzazione è stato lo stop la scorsa settimana all’obbligo delle mascherine nelle strutture sanitarie per visitatori e operatori, con qualche eccezione. 

Il ministro della Salute Orazio Schillaci aspettava il segnale ufficiale: «Da oggi possiamo dire che l’emergenza sanitaria Covid-19 è alle nostre spalle. Il mio pensiero va innanzitutto ai medici e agli operatori sanitari e sociosanitari che non hanno risparmiato energie per combattere questo incubo globale». I morti sono stati quasi 190mila: «In loro memoria non dobbiamo dimenticare questa terribile esperienza e dobbiamo rafforzare la ricerca, le strutture sanitarie e l’assistenza territoriale perché non accada mai più niente di simile». 

L’ultimo bollettino commentato dal direttore generale della prevenzione Giovanni Rezza, oggi al suo ultimo giorno di lavoro (aveva ricevuto l’incarico il 5 maggio del 2020), rispecchia una situazione «stabile e sotto controllo, un decremento progressivo. Siamo sotto la soglia di criticità». Anche negli ospedali diminuiscono i ricoveri per Covid.

E adesso? Si pensa al futuro. Il nuovo piano pandemico è stato preparato a gennaio del 2021, conferma Rezza. Riguarda la prevenzione di pandemie influenzali e può essere adattato a emergenze legate a nuovi virus respiratori. È partito anche il programma di esercitazioni e prove pratiche sul campo. Viene simulata la comparsa improvvisa di agenti infettivi sconosciuti, come è successo per il Sars Cov 2, e tutti gli «attori» devono rispondere come è previsto nel piano. Sono al lavoro diversi gruppi di tecnici con competenze specifiche per esempio sulle scorte (anche di mascherine, che all’epoca mancavano e questo fu elemento di forti polemiche) e sui laboratori di analisi che si dovranno occupare del sequenziamento dei virus. Il piano dovrà essere aggiornato ogni 3 anni, quindi nel 2024 sarà pronta la nuova stesura. 

CORRIERE.IT

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