Lollobrigida: «Rai commissariata? Nessuno al governo sta costringendo Fuortes ad andarsene»

di Monica Guerzoni

Il ministro: credo che la legge gli consenta di restare

Lollobrigida: «Rai commissariata? Nessuno al governo sta costringendo Fuortes ad andarsene»

«Nessun retroscena, questo governo è assolutamente trasparente».

In assoluta trasparenza, ministro Lollobrigida, come finirà lo scontro tra Fratelli d’Italia e Lega sulle nomine?
«Non ho registrato alcuno scontro, alcuna tensione tra noi e la Lega. Anzi, in Cdm si respirava un clima di grande serenità, abbiamo approvato tutto quello che c’era all’ordine del giorno».

Il rinvio delle nomine al vertice di Fiamme gialle e Polizia non è la conferma del braccio di ferro che Meloni e Mantovano hanno ingaggiato con Giorgetti e Crosetto?
«Non mi risulta che all’ordine del giorno ci fosse qualcosa che non è stato approvato».

La Lega ha esultato per aver stoppato il «blitz» di Meloni. Non le risultano nemmeno i contrasti con Crosetto?
«Non mi risulta alcun blitz e non ci sono stati rinvii. Ho visto in Cdm sia Guido e Giancarlo che Giorgia e Alfredo e non ho percepito alcuna tensione. Se prima c’è stato un confronto su temi fondamentali, si è concluso in maniera molto positiva, molto serena. Non c’è nulla che possa minare il rapporto franco, leale e di profondo rispetto tra Meloni e Crosetto, anche dovuto a una comprovata amicizia. E credo di poter dire lo stesso di Giorgetti».

Chi sarà il nuovo comandante della Guardia di finanza tra De Gennaro, Buratti, Lopez, Sirico?
«Non so se da qualche parte se ne sia discusso, so che giovedì a Palazzo Chigi c’è stata la visita del generale libico Haftar, incontro fondamentale per la gestione del problema immigrazione».

Il Pd prepara le barricate per stoppare la norma «ad personam» contro l’ad della Rai, Carlo Fuortes.
«Il ministro Sangiuliano ha rimosso una criticità che provocava una disparità di trattamento tra sovrintendenti italiani e stranieri. Non capisco la strana connessione che viene fatta con Fuortes e il San Carlo».

Non è vero che il decreto è stato pensato per silurare Fuortes, liberando per lui il teatro San Carlo di Napoli?
«No, aspetti. Fuortes, che è persona autorevole, può decidere se accettare o meno l’opportunità di guidare il San Carlo, nel caso si presentasse. È una sua valutazione. La malignità è nella testa di chi mette in connessione questa possibilità con il decreto sui soprintendenti».

Ma scusi, se è così Fuortes può decidere di restarsene un altro anno in Rai?
«A me risulta che nessuno lo abbia costretto ad andarsene e credo che la legge gli consenta di restare. Nessuno ha fatto una norma per commissariare la Rai, non c’è una azione diretta del governo».

Vuol dire che la lottizzazione o «melonizzazione» della Rai può attendere?
«Fuortes in teoria ha ancora un anno in Rai. È una persona in gamba e se volesse andare in un altro posto credo sia libero di farlo. Se invece si dovesse arrivare a una ricomposizione del cda, si farà con le regole e gli equilibri garantiti a ogni governo. Lo sa qual è l’unico atto grave mai rilevato in Rai?».

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