Giorgetti, la (nuova) linea sulle nomine: entro martedì bisogna decidere sul comandante della Guardia di Finanza

di Federico Fubini

Giorgetti, la (nuova) linea sulle nomine: entro martedì bisogna decidere sul comandante della Guardia di Finanza

E venne il giorno in cui Giancarlo Giorgetti tirò una riga. Si capirà presto se sia di color rosso cupo la riga del ministro dell’Economia, dunque invalicabile, o in qualche sfumatura di arancione. Ma per ora è lì e ha impedito al generale Andrea De Gennaro, comandante in seconda della Guardia di Finanza, di essere nominato al vertice del suo corpo venerdì. A questo punto il tempo non è molto, per il governo, per evitare una situazione piuttosto imbarazzante. Mercoledì prossimo il comandante generale uscente delle Fiamme Gialle, Giuseppe Zafarana, dev’essere nominato presidente dell’Eni. E poiché Zafarana non può presentarsi all’assemblea della società come figura di vertice di una forza ispettiva, il passaggio di poteri alla Guardia di Finanza è già fissato per dopodomani alle ore 17. Restano al governo una cinquantina di ore. Se per quel momento Giorgetti stesso, il ministro della Difesa Guido Crosetto e la premier Giorgia Meloni non si saranno messi d’accordo su un profilo, il numero due delle Fiamme Gialle De Gennaro diventerebbe comandante generale ad interim in attesa della sua stessa nomina o — circostanza per lui più spiacevole — di quella di un collega.

La linea

Ma, appunto, per ora la linea tirata da Giorgetti resta. Non è né un veto né l’espressione di una riserva sul profilo specifico di De Gennaro: non sarebbe nello stile del ministro né meritato da un alto ufficiale dalla carriera impeccabile. Il ministro tiene a far sapere che con Meloni sta lavorando in armonia. Ma De Gennaro per ora è in una short list — dovrebbe includere tre fra i quattro generali Fabrizio Carrarini, Fabrizio Cuneo, Francesco Greco e Umberto Sirico — che hanno presentato a Meloni i due ministri con diretti poteri in questa materia: Giorgetti stesso e Crosetto. Persone vicine al governo spiegano, in modo caritatevole, che il rinvio delle scelte si spiega solo con l’esigenza della premier di ascoltare tutti i candidati. Alcuni estranei alla Lega, il partito di Giorgetti, sostengono che il ministro dell’Economia un mese fa sarebbe stato d’accordo su De Gennaro, ma da allora avrebbe frenato. Nomine

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