Guerra Russia-Ucraina, abbattuti decine di droni in Crimea. Aiea: “Preoccupati per la situazione della centrale di Zaporizhzhya”. Accuse a Mosca: “Bombe al fosforo nell’assedio di Bakhmut”
a cura della redazione
È stata un’altra notte complicata in Ucraina. Gli allarmi antiaerei sono entrati in funzione nella notte in buona parte del paese e la la difesa ha abbattuto un certo numero di droni, incluso uno sopra lo spazio aereo di Kiev. Lo ha riferito la Reuters, citando funzionari ucraini. «Durante l’ultimo allarme aereo, un drone da ricognizione nemico è stato rilevato nello spazio aereo di Kiev» ed è stato «distrutto», ha dichiarato l’amministrazione militare di Kiev, precisando che «non ci sono state vittime o danni».
Ed è ancora forte, intanto, la notizia dell’attentato che ha coinvolto lo scrittore nazionalista Zakhar Prilepin, noto per le sue posizioni pro Cremlino e a favore della guerra in Ucraina. Il conducente è morto, mentre Prilepin è rimasto ferito. Un uomo è stato fermato per il suo presunto coinvolgimento nel caso, un cittadino ucraino secondo i media russi. Il Comitato investigativo russo, che sta trattando il caso come «atto terroristico», lo ha identificato come Oleksandr Permyakov e ha riferito che avrebbe confessato di avere agito su istruzioni dei servizi speciali ucraini; avrebbe ammesso di avere piazzato un ordigno sulla strada e di averlo poi azionato a distanza.
Russia, lo scrittore pro Cremlino Prilepin ferito nell’esplosione della sua auto
Mosca, per bocca della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, ha puntato il dito contro Stati Uniti e Regno Unito: «Washington e la Nato hanno alimentato un’altra cellula terroristica internazionale, il regime di Kiev. Bin Laden, l’Isis, ora Zelensky e i suoi scagnozzi. Responsabilità diretta di Stati Uniti e Gran Bretagna. Preghiamo per Zakhar», ha scritto su Telegram.
Mentre il movimento partigiano di ucraini e tatari di Crimea Atesh ha rivendicato l’attentato, Kiev tramite il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak ha accusato Mosca definendo Prilepin una vittima della «macchina repressiva russa». Per l’ex presidente russo Dmitry Medvedev, vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale, si è trattato di un «vile attacco» perpetrato da «estremisti nazisti», il nemico cerca di intimidire la Russia e colpire i veri patrioti, ma questo crimine «non rimarrà impunito».
È la terza esplosione che coinvolge personalità di spicco pro Cremlino dall’inizio della guerra in Ucraina. Nell’agosto del 2022 un’autobomba alla periferia di Mosca uccise Daria Dugina, figlia dell’influente teorico politico russo Alexandr Dugin, spesso definito «il cervello di Putin»; le autorità russe hanno sostenuto che dietro l’esplosione ci fosse l’Ucraina. Il mese scorso un’esplosione in un caffè di San Pietroburgo ha ucciso invece il noto blogger militare Vladlen Tatarsky; anche in quel caso le autorità hanno puntato il dito contro i servizi segreti ucraini.
Ora Prilepin: diventato un sostenitore di Putin nel 2014, dopo che il presidente russo dichiarò l’annessione illegale della penisola di Crimea, lo scrittore è stato coinvolto nel conflitto nell’Ucraina orientale al fianco dei separatisti sostenuti dalla Russia e l’anno scorso è stato sanzionato dall’Unione europea per il suo sostegno all’invasione russa dell’Ucraina. Nel 2020 ha fondato un partito politico, ‘For the Truth’, che secondo i media russi era sostenuto dal Cremlino. Un anno dopo, il partito di Prilepin si è fuso con il partito nazionalista ‘A just Russia’, che ha seggi in Parlamento.
Intanto, sul campo in Ucraina esplosioni sono avvenute in Crimea, dove l’amministrazione filorussa ha riferito dell’abbattimento di due missili balistici ucraini Grom-2 sulla penisola.
Quanto alla situazione a Bakhmut, gli ucraini hanno accusato le truppe russe di bombardare la città con munizioni al fosforo. «La stessa situazione si è verificata a Mariupol. Quando non possono fare nulla, vengono sparate munizioni al fosforo», ha detto Petro Andriushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol, pubblicando un video a riguardo. Il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, facendo seguito alla minaccia di venerdì di lasciare Bakhmut il 10 maggio, ha annunciato che cederà le sue postazioni in città alle forze speciali cecene Akhmat di Ramzan Kadyrov. «Sto già contattando i rappresentanti di Kadyrov per iniziare immediatamente a trasferire posizioni, in modo che il 10 maggio alle 00.00, esattamente nel momento in cui, secondo i nostri calcoli, esauriremo completamente il potenziale di combattimento, i nostri compagni prenderanno il nostro posto e continueranno l’assalto al villaggio di Bakhmut», ha fatto sapere Prigozhin.
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