Cottarelli sulle dimissioni dal Pd: «Schlein ha spostato il partito a sinistra: mi dimetto dal Senato, i miei valori sono altri»

di Alessandra Arachi

L’economista si era candidato come indipendente con i dem: «La segretaria fa bene, è coerente: ha tentato di convincermi a restare. Ma io torno ad insegnare alla Cattolica».

Cottarelli sulle dimissioni dal Pd: «Schlein ha spostato il partito a sinistra: mi dimetto dal Senato, i miei valori sono altri»

Senatore Carlo Cottarelli, lascia il Pd?
«Lascio il gruppo del Senato, non sono iscritto al Pd».

Però è stato eletto con il Pd.
«Sì, certo».

Andrà in altri gruppi?
«Me lo hanno proposto, ma non è giusto cambiare partito. La prossima settimana mi dimetto dal Senato».

Perché?
«Ho ricevuto un’offerta dall’Università Cattolica».

Che tipo di offerta?
«Dirigere un programma per l’educazione di Scienze sociali ed economiche per gli studenti delle scuole superiori. Farò questo anche nei circoli culturali e degli anziani. Sarà una prestazione gratuita».

Non è però questo il motivo, lei aveva già manifestato disagio a rimanere dentro il Partito democratico.
«Vero, ma questa proposta è stata la spinta decisiva per lasciare».

Qual è stato il motivo di questa decisione?
«Direi che lo spostamento del Pd in un’area lontana dai miei valori liberaldemocratici ha facilitato la decisione».

L’elezione a segretaria di Elly Schlein?
«Anche la composizione della segreteria. Però, attenzione, credo che abbia fatto bene a spostare il Pd a sinistra».

In che senso dice che ha fatto bene?
«Il messaggio che adesso arriva dal Pd è più coerente con quello che dovrebbe avere un partito di sinistra. È importante che il messaggio di un partito sia chiaro»

Cosa pensa di Schlein?
«La stimo, al di là delle nostre posizioni diverse».

Non ha digerito lo spostamento del partito lontano dall’area liberal democratica. Ma qual è l’elemento che ha pesato di più in questa decisione, che più la divide dalla segretaria del Pd?
«Il tema dell’energia nucleare, il termovalorizzatore, il freno al superbonus, anche l’utero in affitto o alcuni aspetti del Jobs act. Ma questi sono temi specifici, non il tema fondante».

Qual è allora il tema fondante?
«Il ruolo del merito nella società e il peso che debba avere l’uguaglianza delle opportunità rispetto all’uguaglianza redistributiva. Entrambi sono importanti ma è il peso relativo che conta. Quando ho deciso di partecipare alla campagna elettorale del Pd sono andato a leggere il documento dei valori, l’ultimo che c’era, quello del 2008: merito e opportunità erano scritti con chiarezza. Nel documento del 2023 il merito era sparito, anche un po’ criticato. Ma non solo da lì».

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