Calabria, le cosche che uccidono le donne

Giuseppe Legato

Sembra il Gargano e invece è l’alto Jonio calabrese. Cassano, Rossano, Corigliano, Villapiana: 44 chilometri di costa insanguinati da una guerra di cui non parla quasi nessuno e che pure c’è, esiste. Assomiglia alla «Quarta mafia» e forse – invece – è la quinta. Perché quella della Sibaritide è una ibridazione senza precedenti nell’articolata galassia delle cosche. Unisce vecchia ‘ndrangheta e criminalità nomade. Nei primi Anni Duemila fazioni opposte – Abruzzese e Forastefano – che si erano fatte la guerra, adesso sono alleate per colonizzare quel che resta della Calabria del Nord fino al confine con la Basilicata.

Crudele, cinica, arcaica, dura. Spara alla gente, massacra le donne. In un anno ne sono morte due. Si aggiungono undici omicidi e due lupare bianche in 24 mesi sui quali si allunga, pesante, l’ombra della malavita. Chi uccide spara quasi sempre col kalashnikov: una firma. E non lesina pallottole: 14 di una pistola calibro nove e 18 di un fucile Ak47 di fabbricazione russa hanno colpito martedì Antonella Lopardo, 49 anni, in contrada Cicchitonno. Mani, addome e volto crivellati. I killer, due, pensavano fosse il marito – vero bersaglio (mancato) dell’esecuzione – tale Salvatore Maritato, 53 anni, contiguo alle cosca dei Forastefano, famiglia egemone dell’alto Jonio calabrese. Violenti ancestrali. Belve, mafiosamente parlando.

Da alcune ore questo omicidio è rubricato come un delitto di crimine organizzato. Non foss’altro che per le modalità di esecuzione e ancor di più perché la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore capo Nicola Gratteri ha «assorbito» il fascicolo di inchiesta dei colleghi di Castrovillari. Di certo c’è che Antonella è finita per sbaglio nella linea di fuoco dei sicari: quando ha sentito bussare si è diretta verso la finestra, ha spostato appena la tenda ed è stata travolta. Il marito si è accucciato dietro la porta blindata sfuggendo all’agguato.

È la seconda donna uccisa nell’ultimo anno. Ad aprile del 2022, nelle campagne di Castrovillari, toccò alla compagna del pregiudicato Maurizio Scorza. Si chiamava Hanene Hendli, aveva 38 anni, origini marocchine. Un colpo in testa a lui, sette contro di lei seduta alla guida di una Mercedes Glk.

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