La posta in gioco del presidenzialismo
Alessandro de Angelis
Non serve il presidenzialismo per nominare il comandante della Guardia di Finanza in scadenza, sottraendolo allo scontro politico tra bande. E nemmeno per sostituire il capo della polizia, non in scadenza, su cui si sta consumando una forzatura senza precedenti, nel medesimo clima e col medesimo effetto in termini di danno agli apparati. Né per governare l’immigrazione, dossier tecnicamente fuori controllo, dove il numero degli sbarchi è più fragoroso di una legislazione mediatica, sostitutiva di un’azione politica, tra aumenti delle pene agli scafisti, stati di emergenza e abolizione della protezione speciale. E neppure per evitare l’annunciato splash down del Pnrr o per domare l’inflazione che si è già mangiata l’una tantum data al ceto medio.
Però proprio questo bilancio impegnativo spiega il perché, in anticipo sulle previsioni, Giorgia Meloni abbia calato sul tavolo la carta presidenziale. Quel che conta, prima ancora della realizzazione, è la costruzione di un messaggio, che ha un alibi incorporato: non è il governo incapace a governare, ma il sistema, coi suoi lacci e laccioli, a impedirlo. E dunque cambiamo il sistema, dando più poteri a chi guida. Insomma, una grande bandiera politica da sventolare di qui alle Europee che, al contempo, ha l’effetto non banale di impedire alla Lega di sventolare la propria perché la discussione sull’autonomia differenziata sarà riassorbita dal tema generale.
All’interno di questa trama politica, c’è la discussione sui modelli. Va di moda, lo ha spiegato Antonio Tajani, più che il presidenzialismo tout court, il cosiddetto premierato forte, che piace anche al Terzo Polo. Consente di allargare il consenso parlamentare. E di apparire più garbato verso l’attuale inquilino del Colle, evitando l’accusa di volerlo cacciare. Proposta, per ora fumosa, perché nella sua variante di elezione diretta del premier comunque svuota la presidenza della Repubblica, di fatto, del potere di nomina e scioglimento. E depotenzia l’elemento parlamentare del sistema.
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