Putin riduce le celebrazioni per il giorno della vittoria in Russia

Sul palco della Piazza Rossa saranno presenti appena sei leader stranieri, non proprio i più importanti, e tutti appartenenti all’ex Sovietistan. Ci sarà il fedele alleato bielorusso, Aleksandr Lukashenko, che intanto ha imposto controlli severi alle frontiere verso chi arriva dalla Russia, non proprio un segno di grande ottimismo, e il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev, che pochi giorni fa ha indetto elezioni presidenziali anticipate per il 9 luglio, dopo aver tenuto un referendum che azzera i suoi anni precedenti e aumenta da 5 a 7 anni la durata del mandato: la copia dell’operazione fatta da Putin nel 2020. Quattro delegazioni su sei hanno confermato la presenza negli ultimi due giorni. Non è un dettaglio da poco. RUSSIA,

La tradizionale parata militare è stata ridimensionata anche rispetto all’anno scorso, quando il numero ridotto di mezzi e uomini venne spiegato con le necessità dell’Operazione militare speciale. I n ventidue città, soprattutto nella parte europea della Russia ma anche in alcune città siberiane, non ci sarà nulla, tutto annullato. Nei capoluoghi regionali adiacenti al fronte ucraino non ci saranno neppure i tradizionali fuochi d’artificio. Soprattutto è stata cancellata ovunque la marcia del Reggimento Immortale, che per Putin rappresenta l’occasione per connettersi al passato e al suo popolo, scendendo in strada con l’immagine del padre Vladimir Spiridonovic, ex combattente della Seconda guerra mondiale. La motivazione principale è il timore per eventuali attacchi o attentati.

Pochi fuochi d’artificio

A Mosca ci saranno i fuochi d’artificio, ma i punti di lancio sono passati da 34 a 16. Nella zona centrale intorno al Cremlino, verranno sparati soltanto sul lungo fiume di Luzhniki, di fronte alla Collina dei passeri. A distanza di sicurezza. Per alcuni osservatori, si tratta di un mero pretesto. Viktor Muchnik, ex direttore della tv indipendente siberiana TV-2, chiusa di recente, pensa che sia una questione di prestigio dello Stato. «Alla sfilata potrebbero apparire troppi ritratti di chi è morto non 78 anni fa ma nell’ultimo anno in Ucraina. E questo rischierebbe di dare l’idea dell’entità di questa tragedia che si vuole tenere invece nascosta».

Forse sono vere entrambe le cose. L’imbarazzo per una ricorrenza che se diventasse di popolo potrebbe creare una specie di effetto-verità sulle vere cifre dei caduti in Ucraina, e una vaga sensazione di insicurezza, testimoniata dalla Piazza Rossa chiusa al pubblico da ormai due settimane. Quel che resta è il messaggio veicolato tramite questa festa negli ultimi vent’anni. «Possiamo farlo ancora». L’unica lezione apparente della vittoria russa nella Seconda guerra mondiale è la necessità di tenersi sempre pronti a una nuova guerra. Anche se ufficialmente, quella in Ucraina non è mai stata dichiarata.

CORRIERE.IT

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