Italia in un angolo sul Mes: perché la Ue spinge per la ratifica
La realtà dei fatti dice che l’Italia è oggi il Paese che ha meno interesse a vedere una riforma del Mes compiuta entrare in vigore e le cui banche hanno meno da temere da un possibile effetto di sistema. La cura da cavallo degli anni scorsi sui crediti deteriorati, la vigilanza stretta, i processi di consolidamento avvenuti sul fronte delle fusioni tra istituti e i risultati concreti leggibili nei bilanci testimoniano un percorso di rafforzamento che ha avuto nei nostri istituti il capofila. E in quest’ottica Roma può giocare a viso aperto coi suoi tempi la partita europea. Non è un caso che Meloni e il governo abbiano ripreso a parlare del fatto che la riforma del Mes potrebbe essere approvata se al sì di Roma si aggiungesse un impegno europeo a consolidare le misure pro-crescita e anti-austerità.
Meloni ha ricordato che il Mes è la “Cassazione” nel giudizio su un futuro di una banca in crisi e che piuttosto bisogna rinforzare “il primo e il secondo grado di giudizio” accelerando la corsa verso il completamento dell’unione bancaria, per uniformare i parametri di vigilanza ed evitare che in futuro singoli sistemi, come accaduto a quello italiano nel 2015-2018, si trovino sotto il fuoco della vigilanza e delle tensioni dei mercati. Progressi in tal senso sono attesi da tempo ma a frenarli in particolare è la Germania. La stessa nazione che, sul fronte opposto, sostiene con maggior virulenza l’approvazione italiana del Mes e che ha le sue banche sotto il fuoco delle tensioni dopo l’ultima fase di turbolenza.
L’aumento della pressione su Roma non si può spiegare se non con l’aumento dei timori in tutta la comunità dei Ventisette nell’ultima fase per rischi sistemici che non vogliono essere, però, espressi a voce alta. E da cui però l’Italia, formica di fronte alle cicale finanziarie nordiche, questa volta non sarebbe assolutamente parte. Mes o non Mes. La richiesta di chi, come Meloni, chiede di far camminare assieme diverse riforme è pienamente “europeista”. Chi si concentra solo sul Meccanismo di stabilità, strumento puramente emergenziale e non strutturale, lo è ad oggi molto meno.
INSIDEOVER
IL GIORNALE
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