Paola e Claudio Regeni: “Attoniti per le parole di Descalzi su Al Sisi, aspettiamo ancora la verità sul nostro Giulio”
Cosa avrebbe potuto fare e non ha fatto l’Italia in questi anni?
«Tantissimo,
ma ha preferito consentire una diluizione infinita dei tempi, forse,
chissà con la speranza che noi desistessimo dalla nostra richiesta di
verità e giustizia processuale. Notiamo come spesso le posture, le
risposte diplomatiche e politiche sono state volutamente vaghe, non
chiare, lasciando che l’Egitto le interpretasse a modo proprio e,
soprattutto, che il “caso Regeni” potesse diventare uno scomodo ricordo
del passato. Delegazioni, strette di mano, sorrisi, accordi di ogni
genere, e tante, tante armi di ogni tipo. Però hanno fatto male i loro
conti. Noi non desistiamo e il “popolo giallo”, che con noi pretende
verità e giustizia, ogni giorno che passa diventa più numeroso e
determinato».
Che cosa vi aspettate ora dal governo?
«Noi, e con noi migliaia di cittadini, esigiamo che il governo crei con celerità le condizioni affinché si possa celebrare in Italia il processo contro i quattro imputati per il sequestro, le torture e l’omicidio di Giulio. Finora il governo ha voluto credere alle varie promesse del dittatore Al Sisi di “collaborazione e di rimozione di ostacoli”. A volte ci siamo chiesti se i veri ostacoli, per quel dare e ricevere a cui fa riferimento Descalzi, potremmo essere proprio noi con la nostra incessante richiesta e, a questo punto, pretesa, del diritto alla Verità e alla Giustizia per nostro figlio».
LA STAMPA
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