L’ombra delle cordate sulla nomina alla Gdf: Inps e Inail, tempi lunghi

ALESSANDRO BARBERA

ROMA. A una settimana dalla delibera del Consiglio dei ministri, il decreto di commissariamento di Inps e Inail è infine arrivato in Gazzetta ufficiale. Il governo ora ha venti giorni per decidere con chi sostituire Pasquale Tridico e Franco Bettoni alla guida dei due enti. Nel decreto c’è anche la norma per il pensionamento dei sovrintendenti degli enti lirici, grazie alla quale Stéphane Lissner sarebbe costretto a lasciare il San Carlo di Napoli a favore dell’ex amministratore delegato Rai Carlo Fuortes. In ogni caso il Consiglio di oggi non si occuperà di nomine: né di queste, né della scelta del nuovo comandante generale della Guardia di Finanza, da ieri retta dal numero due del Corpo, Andrea De Gennaro. Dietro all’ennesimo rinvio ci sono ragioni pratiche e non: a Palazzo Chigi non ci saranno né il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti – è lui che deve proporre la nomina del militare – né il vicepremier Antonio Tajani, entrambi in missione all’estero. Per chiudere il nuovo pacchetto di nomine occorrerà aspettare almeno una settimana. Giorgia Meloni e il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano sostengono la nomina di De Gennaro, Giorgetti e l’altro ministro competente (quello della Difesa Guido Crosetto) avevano avanzato la candidatura di Umberto Sirico.

Il caso Gdf è di difficile soluzione, e viene da lontano. Fra molti mal di pancia, il comandante generale uscente Giuseppe Zafarana (nominato ieri presidente di Eni dall’assemblea dei soci) aveva ottenuto la proroga del mandato di un anno dal governo Draghi. Il mese scorso era circolata l’ipotesi di un’ulteriore proroga, idea che però non convinceva nessuno. Ma la lunga attesa per la successione ha nel frattempo alimentato le candidature interne. Lo racconta maliziosamente il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri: «Ci sono undici generali meritevoli della nomina, bisogna sceglierne uno e il dolore è non dare agli altri dieci la gratificazione che meriterebbero». Spiega una fonte interna agli apparati: «In questi mesi i candidati si sono moltiplicati, e con essi le cordate interne per promuoverle». Secondo quanto ricostruito, il preferito di Zafarana era il capo di Stato maggiore Francesco Greco, che però ha il neo di essere fra i candidati più giovani. La Lega avrebbe visto bene la nomina dell’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate Antonino Maggiore, ma anche la sua candidatura ha trovato ostacoli interni. E così, con l’avallo di Giorgetti e Crosetto, è maturata l’ipotesi di Umberto Sirico, fin qui comandante delle operazioni speciali. Nel frattempo però nel borsino di Palazzo Chigi è avanzata l’ipotesi De Gennaro.

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