Fazzolari sulle riforme: «Il ruolo del capo dello Stato? Non sarà depotenziato»
Nella bozza ci sarà l’elezione diretta del premier, che piace ai centristi e disturba parecchio la Lega?
«Ci lavoreremo con il ministro Elisabetta Casellati, che sta facendo
un ottimo lavoro. Una bozza ancora non c’è. Sottoporremo al Parlamento
la proposta che può avere la maggior condivisione, anche fuori dalla
maggioranza».
Il presidente Mattarella sarà tutelato, come chiedono le opposizioni?
«Negli incontri è emersa una grande attenzione a non depotenziare il
ruolo super partes del presidente della Repubblica. Una riforma di
questo genere va vista per il futuro, è ovvio che entrerebbe in vigore
solamente con la nuova legislatura. E nessuno immagina di interrompere
prima della scadenza naturale il mandato di Mattarella».
La bicamerale rischia di rivelarsi una trappola?
«Valuterà Casellati insieme al premier Meloni, ma non vediamo la
necessità di una bicamerale. Il dialogo sulle riforme si può portare
avanti anche attraverso gli incontri con le opposizioni».
Non temete il referendum, dopo la bocciatura delle riforme di Berlusconi e Renzi?
«Su una riforma così importante potrebbe essere opportuno far
decidere gli italiani in ogni caso, se anche dovessimo ottenere la
maggioranza dei due terzi in Parlamento».
La Lega scalpita, vuole che l’Autonomia sia approvata prima delle Europee. Riuscirete a convincere Salvini?
«Non è così, c’è un clima collaborativo e non ci sono posizioni che
devono essere mediate. La narrazione secondo cui il presidenzialismo è
roba di FdI mentre l’Autonomia è roba della Lega è sbagliata».
Ne è sicuro? I due progetti non sono in conflitto, quantomeno dal punto di vista della tempistica?
«Il presidenzialismo è una battaglia di tutti i partiti di
centrodestra e lo stesso vale per l’Autonomia. Non ci sarà una strategia
sulla tempistica né la necessità di fare uno scambio. Sono due percorsi
complessi che cercheremo di portare avanti nel minore tempo possibile».
Sulla Guardia di Finanza, Meloni ha perso il braccio di ferro con Giorgetti?
«Ci sono 14 nomi possibili tra cui De Gennaro e serve una valutazione attenta, ma non c’è nessun braccio di ferro sul comandante della Gdf. Decideranno insieme in spirito collaborativo, come sempre».
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