Zelensky a Roma, Meloni: «Siamo al fianco di Kiev». La premier offrirà aiuti (ma c’è lo scoglio dei soldi)

di Francesco Verderami

Per Palazzo Chigi, l’immagine dell’Italia si è rafforzata

Zelensky a Roma, Meloni: «Siamo al fianco di Kiev». La premier offrirà aiuti (ma c’è lo scoglio dei soldi)

Zelensky salirà al Quirinale per chiedere l’appoggio dell’Italia all’ingresso nella Ue e andrà a palazzo Chigi per ottenere ulteriore supporto militare.

E non c’è dubbio che il capo dello Stato e la premier si adopereranno, consapevoli che la strada dell’Ucraina verso l’Europa presenti ancora degli ostacoli, e che la strada verso la pace rimanga irta di difficoltà. Perciò Meloni dice che «siamo e resteremo al fianco di Kiev»: «Il sostegno al popolo aggredito dall’invasore russo è una scelta convinta e doverosa, in difesa dei valori occidentali e quindi assunta anche nell’interesse nazionale. Si tratta di una scelta che il mio partito ha fatto quando stava all’opposizione e che ha ribadito quando è stato chiamato a governare». Perciò, alla vigilia del colloquio con Zelensky, ci tiene a sottolineare come «l’impegno dimostrato in questi mesi» dal suo gabinetto abbia «rafforzato l’immagine dell’Italia nel contesto internazionale»: «Il fatto che il presidente ucraino venga a Roma negli stessi giorni della visita a Berlino, lo testimonia chiaramente».

La premier coglie la complessità del momento, che incrocia una fase critica della crisi. «E la parola pace — spiega un esponente dell’esecutivo — serve oggi a farci convivere con la guerra, a rincuorare le opinioni pubbliche del mondo libero e a proteggere le nostre economie». Perché il conflitto non sembra per ora destinato a cessare e Zelensky ha bisogno di aiuto. Meloni vuole assecondare le richieste ucraine e al contempo evitare gli scogli politici e mediatici che le si parano davanti. Così, per soffocare sul nascere la polemica dei neo-pacifisti grillini, ha smentito che userà i fondi del Pnrr per nuovi aiuti militari a Kiev. Ma il sostegno proseguirà, usando per esempio le risorse inserite nelle «ulteriori missioni internazionali» appena deliberate dal governo e su cui la prossima settimana il Senato discuterà con i ministri degli Esteri e della Difesa.

In attesa di un nuovo decreto, che i maldipancia nella maggioranza non potranno ostacolare. Perché la guerra sta entrando in un passaggio delicato e Zelensky si trova a un bivio. Fonti militari italiane raccontano che l’Ucraina deve decidere se puntare su «un paio di obiettivi strategici» posti nel corridoio tra Donbass e Crimea, che se venissero conquistati «potrebbero influire» sull’esito del conflitto: ma la scelta è «molto complicata» perché il risultato «non è scontato». Per la controffensiva di primavera, Kiev necessita di sistemi d’arma avanzati per agire in profondità. E se da Stati Uniti e Regno Unito ha ottenuto «materiale adatto», come missili a più lungo raggio, dall’Italia può ricevere «cose che abbiamo e che possiamo dare».

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