Zelensky a Roma, Meloni: «Siamo al fianco di Kiev». La premier offrirà aiuti (ma c’è lo scoglio dei soldi)

Meloni vuole «restare al fianco» degli ucraini. Per questo si auspica che lo sforzo venga accompagnato da un maggior «comune sentire» nell’Unione, che Bruxelles e gli alleati europei agevolino Roma in un rapporto di mutua assistenza depurato dalle solite logiche ragionieristiche. Anche perché dall’altra parte dell’Atlantico l’amministrazione americana esorta la Ue a fare la propria parte più convintamente. Ci ha pensato Trump, l’altro giorno, a spiegarlo con toni per nulla diplomatici. «La Ue deve finanziare con più soldi la guerra in Ucraina. Da soli gli Stati Uniti hanno investito finora 171 miliardi. Gli europei pensano che siamo stupidi».

L’ex presidente americano, in polemica con il suo successore, ha messo il dito nella piaga. D’altronde, se è vero che Kiev ha bisogno di cinque miliardi al mese per sopravvivere all’invasore russo, è altrettanto vero che Bruxelles ha stanziato 18 miliardi per il 2023. Dal canto suo l’Italia, secondo l’Ukraine support trucker, dall’inizio della guerra ha stanziato 660 milioni in aiuti militari, 310 in aiuti finanziari e 50 per aiuti umanitari. E dai sondaggi si avverte che l’opinione pubblica nazionale accetta con sempre minore adesione lo sforzo economico. Per dirla con il ministro Crosetto, «il regime di Putin non ha il problema di dover rispondere ai cittadini come accade nei sistemi democratici. Ma senza sicurezza non esistono libertà e democrazia».

CORRIERE.IT

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