Dopo la polemica col governo la Buchmesse cancella Rovelli

Rovelli era stato chiaro. Forse troppo: «Tutti dicono pace, ma aggiungono che bisogna vincere per fare la pace, solo che volere la pace dopo la vittoria vuol dire volere la guerra». Levi non si nasconde dietro a un dito. Ricorda a Rovelli: «Ciò che più di ogni altra cosa sento il dovere di evitare – e di questo mi prendo tutta, personale la responsabilità – è che un’occasione di festa e anche di giusto orgoglio nazionale, si trasformi in un motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia. E non le nascondo la speranza che il nostro Paese sia rappresentato al massimo livello istituzionale».

LA STAMPA

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