Legge Basaglia, quello che manca sui disagi mentali

di Massimo Ammaniti

Come ho raccontato nel mio libro di memorie Passoscuro, erano gli anni ’70 del secolo scorso ed io, giovane neuropsichiatra infantile, avevo accettato l’invito di Franco Basaglia di trasferirmi a Trieste per occuparmi della salute mentale di bambini e adolescenti nell’ambito dei servizi psichiatrici da lui diretti.

Avevo accolto la sua proposta con entusiasmo, ero molto interessato al suo lavoro di smantellamento degli ospedali psichiatrici, che non servivano a curare i pazienti psichiatrici e addirittura ne provocavano l’emarginazione sociale e l’isolamento affettivo. Ne avevo avuto esperienza diretta nell’Ospedale Psichiatrico di Roma, all’interno del Padiglione dei bambini considerati irrecuperabili, vittime di un sistema di custodia degradante che provocava soltanto l’aggravamento della loro disabilità.

Ero pronto a trasferirmi a Trieste con la mia famiglia e nel tragitto mi fermai a Venezia per una notte. Durante quella notte insonne mi interrogai sulla mia scelta, se era sufficientemente ragionata. Sicuramente sarebbe stata un’esperienza di lavoro importante, tuttavia dal mio punto di vista Basaglia e il suo gruppo davano troppa enfasi all’ambiente sociale, non valorizzando le sofferenze personali dei pazienti psichiatrici, che richiedevano trattamenti più complessi sul piano psicologico.

Quando finalmente giunse l’alba la mia decisione era presa, non sarei andato a Trieste perché desideravo studiare a fondo i più recenti sviluppi scientifici della psicopatologia e della psicoanalisi e le stesse strategie terapeutiche.

Non sono stato un basagliano, quantunque apprezzassi molto il suo lavoro di critica verso una psichiatria ottocentesca inadeguata a prendersi cura dei malati mentali, tuttavia credo che sia necessario oggi riconoscere il suo grande contributo senza nascondere allo stesso tempo luci e ombre.

“Eravamo scarti, qui siamo persone”. Viaggio a Trieste dove i “matti” imparano a vivere da soli

dalla nostra inviata Maria Novella De Luca 12 Maggio 2023

La Legge 180 del 1978, ossia la Legge Basaglia, ha rappresentato un grande passo avanti di civiltà e di riaffermazione dei diritti umani e anche di apertura di una nuova stagione nella cura mentale. Va tuttavia riconosciuto che la legge rappresentò un compromesso per evitare il referendum e lo stesso Basaglia non ne era completamente soddisfatto.

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