Rovelli escluso dalla Fiera del libro di Francoforte, è bufera. Poi il presidente degli editori fa dietrofront: invito rinnovato

Rovelli era stato al centro delle polemiche, nei giorni scorsi, per il suo intervento al Concerto del Primo Maggio nel quale ha criticato, senza complimenti, l’operato del governo italiano in Ucraina. Gli scriveva Levi, commissario per la Fiera del Libro di Francoforte, nella mail che ritira l’invito alla fiera libraria più importante d’Europa: «Il clamore, l’eco, le reazioni che hanno fatto seguito al suo intervento al concerto del Primo Maggio mi inducono a pensare, mi danno, anzi, la quasi certezza, che la sua lezione che così fortemente avevo voluto per l’inaugurazione della Buchmesse con l’Italia Ospite d’Onore diverrebbe l’occasione non per assaporare il fascino della ricerca, ma per rivivere polemiche e attacchi».
Rovelli, dal palco del Concertone, era stato chiaro. Forse troppo: «Tutti dicono pace, ma aggiungono che bisogna vincere per fare la pace, solo che volere la pace dopo la vittoria vuol dire volere la guerra». Ma Levi non si nasconde dietro a un dito. Ricorda a Rovelli: «Ciò che più di ogni altra cosa sento il dovere di evitare – e di questo mi prendo tutta, personale la responsabilità – è che un’occasione di festa e anche di giusto orgoglio nazionale, si trasformi in un motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia. E non le nascondo la speranza che il nostro Paese sia rappresentato al massimo livello istituzionale».

Dura la reazione di Adelphi: «Apprendiamo che Carlo Rovelli non sarebbe più degno di rappresentare l’Italia, come ospite d’onore, alla Fiera di Francoforte nell’autunno 2024: un evento che si svolgerà fra un anno e mezzo. Il motivo? Ha espresso libere opinioni in una manifestazione pubblica. Ci preme dichiarare che l’autocensura da parte dell’Associazione Italiana Editori – e di chi la rappresenta – è una pratica imbarazzante in ogni paese che si definisca libero. Un episodio grave e una decisione dalla quale non possiamo che dissociarci, esprimendo tutta la nostra vicinanza all’autore».

Su Twitter l’intervento del ministro Crosetto: «Qualcuno decide che @carlorovelli non parteciperà alla Fiera di Francoforte. A quanto leggo dalla lettera che lui stesso ha pubblicato, è un suo amico. Che non conosco, se non per essere stato sottosegretario con Prodi. Quindi lasciatemi fuori dalle vostre polemiche». E aggiunge: «Sono il primo ad auspicare un ripensamento della decisione presa». Ancora: «Rovelli ha parlato in tv davanti a milioni di telespettatori il I maggio e viene spesso invitato in altrettante importanti trasmissioni. Gode, per suoi meriti, di un’audience vastissima e non credo troverà mai problemi a far passare il suo messaggio in tutti i modi possibili. Come dimostra questa vicenda odierna che sta ottenendo molta più visibilità per la presunta censura di quanta ne avrebbe ottenuta una sua prolusione a Francoforte».

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano: «Ero all’oscuro sia partecipazione del professor Rovelli, che non conosco, sia della successiva modifica di intendimenti. Con il commissario ci siamo solo confrontati su aspetti organizzativi come la mia idea di affidare l’allestimento del padiglione ai cinque migliori giovani laureati in architettura delle nostre università. In generale, avendo subito censure, sono contrario ad infliggerle ad altri. Magari a quella del professor Rovelli aggiungerei qualche altra voce, quella di Pierangelo Buttafuoco, Francesco Borgonovo o Marcello Veneziani».

LA STAMPA

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