L’imbarazzo della sinistra tra pacifisti e anti-Usa
Dietro la polemica sull’episodio (peraltro già rientrato) si cela il forte disagio di una larga parte della sinistra sulla questione della guerra in Ucraina e dello schieramento dell’Italia con Ue e Nato a sostegno di Kyev. Se M5s cavalca apertamente il «pacifismo» filo-russo, il Pd di Elly Schlein ha confermato l’appoggio all’Ucraina e votato a favore degli aiuti anche militari. Ieri la segretaria ha salutato l’incontro tra Zelensky e Mattarella come «occasione per rimarcare ulteriormente il nostro supporto al popolo ucraino che ha subito una invasione criminale da parte di Putin e della Russia». Ma l’insofferenza profonda dei post-comunisti verso l’atlantismo e l’antica fascinazione per Mosca si riaffacciano sempre più spesso, in casa dem quanto nella Cgil di Landini o nell’Anpi di Pagliarulo, ormai apertamente schierato contro la Resistenza se a farla sono gli ucraini. E una spinta analoga viene dai cattopacifisti: settimane fa l’ex capogruppo Pd ha tenuto una conferenza stampa con il leghista Romeo e il grillino Patuanelli per annunciare una mozione «trasversale e unitaria per la pace» e il «cessate il fuoco», che non cela la volontà di mettere sullo stesso piano aggressore e aggredito.
Senza contare che, se era inevitabile sostenere la linea filo-ucraina di Mario Draghi, diventa politicamente più faticoso perorare la stessa causa quando a incarnarla è una nemica politica come la premier Giorgia Meloni.
Non è un caso, ad esempio, che quando si è trattato di sostenere nelle aule parlamentari gli aiuti militari all’Ucraina, Schlein abbia preferito tacere, lasciando l’incombenza di parlare a nome del Pd ad altri. Un colpo al cerchio pro-Ucraina e uno alla botte filo-russa, per cercare di non scontentare nessuno: del resto la nuova Direzione Pd è imbottita di «pacifisti» anti-Kyev, da Camusso a Boldrini, da Scotto alle Sardine. E il braccio destro della segretaria, Francesco Boccia (che ai tempi di Letta era atlantista), oggi scopre e lamenta la «sudditanza verso gli Usa» della Ue.
IL GIORNALE
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