Perché Fazio lascia la Rai (che non ha un sostituto) e la frase dopo le elezioni: «Ora qualcosa accadrà»
A ottobre aveva confessato lo stato d’animo che provava in questi anni di polemiche sempre accese: «Gli attacchi della politica non fanno mai piacere soprattutto perché ci si ritrova soli. Vivo il mio mestiere con tranquillità, faccio quello che so fare e il mio riferimento è solo il pubblico. E poi nessun mestiere, in particolare questo, si può fare con il rancore. Le amarezze per mia fortuna le dimentico, un altro privilegio dell’essere smemorati».
La verità è che Fazio si è sempre sentito solo in Rai, l’azienda non lo ha mai difeso pubblicamente, nonostante i continui attacchi.
Eppure, volenti o nolenti, al di là di come la si pensa, il suo curriculum è inattaccabile. La sua trasmissione ha sempre portato ascolti, che significa anche pubblicità, dunque soldi, «si ripaga da sola» ha sempre detto. Ed è vero.
Con una media di share che è doppia di quella di rete. E viene da fare gli auguri a chi dovrà sostituirlo. Per la Rai ha tutto l’aspetto di un autogol, perché almeno devi trovare uno che vale uguale prima di lasciarlo andare. Il suo era il salotto a cui tutti ambivano, se un grande personaggio passava per l’Italia sicuro che faceva tappa a Che tempo che fa.
Solo pochi mesi fa diceva che non si preoccupava più di tanto di una Rai sempre più a destra: «Non si può cambiare un programma televisivo a seconda del governo in carica: un panettiere non cambia il pane che fa se governa la destra o la sinistra». Stesso pane, ma la panetteria (da Rai3 a Discovery) però gliel’hanno fatta cambiare…
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