Navi fantasma alla deriva, migliaia di marinai a bordo: coinvolti anche 14 porti italiani

di Milena Gabanelli, Maria Serena Natale e Francesco Tortora

Undici miliardi di tonnellate di merci trasportate ogni anno, il 90% degli scambi totali: il commercio marittimo è la spina dorsale del capitalismo globale. Un sistema formato da 118 mila navi con due milioni di lavoratori a bordo, eppure questo gigantesco equipaggio transnazionale in continuo movimento sugli oceani è invisibile, soprattutto quando finisce nei guai. Pandemia e guerra d’Ucraina hanno aggravato un fenomeno poco noto ma di lungo corso e in crescita, che riguarda anche l’Italia: imbarcazioni e marinai abbandonati a se stessi. Secondo la Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti, che riporta i casi all’Organizzazione internazionale del lavoro, fino al 2016 non si superavano le 25 denunce l’anno, nel 2022 il numero era salito a 103, con 1.842 marittimi coinvolti.

Ufficiale di bordo prigioniero per 4 anni

Luglio 2017, la nave da carico MV Aman battente bandiera del Bahrein e noleggiata da una compagnia libanese resta bloccata nel porto egiziano di Adabiya, nel Canale di Suez, per certificati di sicurezza scaduti. Né dal Libano né dal Bahrein arrivano i soldi per carburante e documenti, il comandante è a terra e i giudici locali nominano tutore legale del mercantile l’ufficiale più alto in grado rimasto a bordo, il siriano Mohammed Aisha, originario di Tartus imbarcato a maggio. Mese dopo mese la MV Aman si svuota e Mohammed si ritrova solo, con il divieto di allontanarsi da una nave ormai fantasma, senza elettricità e senza vita. Ogni settimana il giovane ufficiale nuota fino a riva per procurarsi il cibo e ricaricare il cellulare. Nessuno si muove per quattro anni. Finché nel 2021 interviene la Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti che riesce a far nominare un nuovo tutore e Mohammed può finalmente tornate a casa. La surreale storia della MV Aman rivela un mondo dove è facile restare in trappola perché l’armatore non riesce più a coprire i costi del viaggio o della manutenzione e opta per la via più «conveniente»: stop a pagamenti e contatti, nave e uomini lasciati al proprio destino.

Abbandonate 9.925 persone su 703 mercantili

Negli ultimi 20 anni sono state abbandonate in totale 9.925 persone su 703 navi mercantili e la somma degli stipendi non pagati ha raggiunto i 40 milioni di dollari. Con 25 abbandoni, l’Italia è quinta per casi registrati nei propri porti dopo Emirati Arabi Uniti (89), Spagna (45), Turchia (37) e Iran (35). Tra dispute pendenti e risolte, gli scali interessati sono Augusta (4 casi), Oristano (3), Cagliari, Ancona, Ravenna, Messina, Genova, Napoli, Venezia, Palermo, Porto Empedocle, Chioggia, Savona, Civitavecchia.

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