I partiti al di là dei simboli

Dopo la luna di miele comincia la vita vera. Con i problemi reali e profondi del Paese. I fondi europei da spendere, perché potrebbe o potrà nascere una Nazione diversa. La spinta al digitale e all’innovazione, perché il made in Italy non è solo conservare il presente ma immaginare e anticipare il futuro: prima di difendere la moda e il design moderni, noi li abbiamo inventati. Il potere d’acquisto delle famiglie, altrimenti le risorse guadagnate con le tasse vengono bruciate un attimo dopo dall’inflazione. Un sistema di protezione sociale da lanciare e monitorare dopo che il reddito di cittadinanza è partito male ed è cresciuto peggio. Una sensibilità vera verso i giovani e le loro chance: perché i nostri studenti pagano affitti troppo cari e invece hanno «il diritto alla città» come gli adulti: non è una questione di colore politico, i ragazzi sono di tutti. Una gestione della sicurezza senza alti e bassi, perché qui un giorno siamo assediati e un altro giorno «è colpa dei media»: la percezione fa parte della vita reale, non è un capriccio collettivo.

È lunga la lista dei temi. I temi che riguardano le persone in carne e ossa. Figli, casa, occupazione, stipendi, ambiente. Le stime che arrivano dall’Europa, con il nostro Pil più brillante di Francia e Germania, sono incoraggianti. Il governo è chiamato a lavorare e ha i numeri per riuscirci, l’opposizione farà il suo mestiere se saprà trovare gli argomenti e le parole. La bandiera dell’identità affascina più le forze politiche (tutte) che i cittadini. La maggioranza degli italiani, scommessa facile, vota per il partito dei contenuti.

CORRIERE.IT

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