Apartheid oncologica, dai mutui alle assicurazioni anche da guariti il cancro può restare un incubo

«Quelle oncologiche, grazie ai progressi della medicina, stanno diventando sempre più malattie croniche e a maggior ragione chi ne è colpito va tutelato», afferma Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. «Ricordiamoci che parliamo di persone clinicamente guarite, oggetto delle più intollerabili discriminazioni. Perché spesso le polizze vita non vengono loro proprio concesse e senza queste a garanzia, nella maggior parte dei casi, è negato anche il diritto a ottenere un mutuo. Un modo crudele di far rivivere la malattia a tante persone che ne sono invece uscite fuori», denuncia Elisabetta Iannelli, segretaria generale della Favo, la federazione delle associazioni di volontariato oncologiche.

I ben nove disegni di legge sull’oblio oncologico depositati in Parlamento, più o meno tutti dello stesso tenore, devono ancora essere calendarizzati nelle commissioni competenti, ma il pressing per un’approvazione rapida della legge è già iniziato con la raccolta di oltre 100 mila firme, promossa tra gli altri dal Cnel e dell’Aiom, l’associazione degli oncologi medici.

Del resto, che una legge a tutela degli ex malati di cancro sia urgente lo dicono i progressi compiti in medicina. Le persone che vivono in Italia dopo una diagnosi di tumore si stima siano 3,6 milioni, ben il 37% in più del 2010. Ci si ammala di più ma aumentano anche i guariti. Il numero di chi vive dopo una diagnosi di tumore cresce infatti del 3% l’anno e per alcuni tipi, come quello alla prostata o al seno, il tasso di sopravvivenza è ormai rispettivamente del 92 e dell’87%. «Certo, ogni neoplasia ha tempi diversi perché chi ne soffre sia definito guarito», spiega il presidente Aiom, Giordano Beretta. «Per un cancro alla tiroide sono necessari 5 anni, per il melanoma e il tumore al colon 10, per molti linfomi, mielomi, leucemie e il cancro a vescica e rene 15 anni, fino a 20 nel caso di mammella e prostata». Forse la legge che verrà definisce delle linee un po’ tranchant, ma l’importante è che possa al più presto ridare dignità alla vita degli ex malati di cancro. Destinati fortunatamente ad essere sempre di più in futuro.

LA STAMPA

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