Droga e documenti falsi: viaggio a Fquih Ben Salah, il paese del Marocco che si arricchisce con lo spaccio in Lombardia
di Andrea Galli
È qui, nella città d’origine di Karima El Mahroug alias «Ruby», la base dei grossisti della droga che circola nella nostra regione. «Gli ordini partono dai bar del Corvetto e del Varesotto»
DAL NOSTRO INVIATO
Fquih Ben Salah (Marocco).
Un portico laterale come punto d’osservazione e la prima scusa pronta
— un po’ d’ombra a riparare dal già feroce sole delle dieci — qualora
l’appostamento venga smascherato, cosa che puntualmente avviene per
colpa d’uno dall’altra parte della strada che al telefonino avvisa
quelli di qui. Dagli ombrelloni esterni del «Caffè Duomo» salta
allora fuori un piccoletto col ghigno, uno dei dipendenti, il quale con
coraggio, dato appunto il caldo e pure l’orario, s’accende un portentoso
cannone il cui fumo s’allunga sul vialone insieme alla sabbia alzata
dai carri dei contadini; egli indugia con lo spinello fino a quando,
delle due, una soltanto: o attacchiamo a riferire per davvero i motivi
della visita in lande non turistiche, oppure possiamo anche andarcene.
Le vedette nei quartieri
E poiché siamo arrivati al portico schivando in precedenza i sassi d’altri baristi, certo aiutati dai fedeli clienti, per le inopportune domande loro rivolte sui traffici di droga, e altresì abbiamo giocato (in macchina) a nascondino nei vicoli intasati di capre ribelli contro uno squadrone di motorini Garelli pilotati da ragazzini incaricati di pedinare, sempre per quelle inopportune domande, ecco, tanti saluti al piccoletto. Del resto le fonti l’avevano premesso: se cerchi una risposta alla domanda, vai a Fquih Ben Salah, ma occhio che son tipi sgamati.
Il traffico di droga verso l’Italia
La domanda era la seguente: tanto si parla, in mezzo alla maggioranza dei connazionali che sgobbano come muratori, piastrellisti e operai, dei marocchini legati alla droga, da quelli che avevano governato il bosco di Rogoredo a quelli che governano i boschi delle province di Varese, Monza e Como; ma spesso si racconta soltanto di manovalanza alle dipendenze di imprecisate Cupole. Ebbene, attingendo a privilegiate fonti nella duplice non agevole situazione locale — le autorità non vogliono sentire parlare di hashish e dispongono di sofisticati apparati informativi—, il Corriere ha scoperto quanto segue.
La regione di Béni Mellal-Khénifra
Fquih Ben Salah sorge nella regione di Béni Mellal-Khénifra, una delle più povere del Regno del Marocco: oltre due e milioni e mezzo di abitanti dei quali la metà andata all’estero, un complessivo di 135 comuni quasi esclusivamente rurali, e percentuali incerte, ma lo stesso definite tragiche, di bambini senza istruzione alcuna e adulti analfabeti.
Il paese di Ruby
Siamo a due ore da Casablanca, che ha un peso in questa storia a differenza della figura di Karima El Mahroug alias «Ruby», originaria proprio di Fquih Ben Salah, paesana illustre e invidiata. La cittadina inizia con campi di terra e pietre dinanzi alla moschea, e approda, nella periferia opposta, in un enorme parcheggio degli scassati furgoni che servono da mezzi pubblici; ancora negli anni Ottanta la popolazione oscillava sulle 45mila persone: oggi sono oltre centomila.
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