Schlein boccia l’Autonomia: “La maggioranza aumenta le disuguaglianze”

Queste le prime considerazioni, seguite dall’avvertimento che «serviranno ancora molte risorse oltre a quelle già stanziate dal governo. Noi siamo pronti a dare una mano», è l’impegno comunicato al governo, spianando la strada ad una rapida approvazione bipartisan, in entrambe le camere, di qualsiasi provvedimento utile. Senza però dimenticare, che sul campo politico e parlamentare, i fronti di tensione restano. E quello che li raggruppa (su sanità, scuola, trasporti, ad esempio) è proprio il progetto dell’Autonomia: «Lì – dice Schlein ai suoi molteplici interlocutori – si va a toccare la carne viva delle diseguaglianze». Del resto è da settimane che la leader Pd fa presente a tutti il vulnus che si produrrebbe nel paese. «Avanzare questo tipo di proposta senza mettere un euro su un fondo di perequazione tra i 50 e i 70 miliardi – è il suo ragionamento – vuol dire prendere in giro le persone».

E se, come ama ripetere, «il Paese ha bisogno di essere ricucito», l’ultima cura che serve è proprio questa riforma: «Abbiamo chiesto una moratoria sull’autonomia differenziata e sugli enti locali», ricorda Schlein ribadendo la linea espressa alla premier in occasione del primo incontro con il governo sul presidenzialismo. Quando a Meloni disse chiaro e tondo che «sulle riforme il confronto deve essere vero, non predeterminato», visto che da giorni si parlava solo di elezione diretta dei presidenti. Ma nelle valutazioni con i suoi parlamentari, ci sono le riflessioni su come è andato il primo test delle amministrative e su come posizionarsi in futuro. «Alle amministrative siamo stati in grado di costruire delle alleanze diverse». Quindi la linea è «una grande apertura a trovare punti di incontro su una visione condivisa del futuro delle comunità che ci stiamo candidando a guidare». Il riferimento evidente è alle due vittorie, quella di Brescia «con un’alleanza con i moderati riconducile anche al terzo polo e a Teramo». In ogni caso per rinsaldare il fronte delle opposizioni di qui in avanti, «siamo disponibili su alcune priorità tematiche: la prima grande questione è il lavoro di qualità, la giustizia sociale e la questione climatica. Su queste basi si trovano dei punti di convergenza importanti». Tenendo conto che «per le prossime europee c’è un altro sistema elettorale. Immagino che ognuno presenterà la propria lista ma ciò non vuol dire che non si possa proseguire su un dialogo proficuo, io la ritengo una necessità. Sarebbe irresponsabile dopo due sconfitte», dice la segretaria riferendosi alle politiche e alle regionali di Lazio e Lombardia. «Non possiamo continuare a evitare di mettere in campo le cose su cui siamo d’accordo, che sono tante e sono più di quelle che ci dividono…».

LA STAMPA

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