La destra al Salone

Claudia Luise Miriam Massone

Torino. L’ultima edizione del direttore Nicola Lagioia (per lui l’applauso più lungo) è anche la prima per la destra sovranista al potere. Il Salone del libro apre la 35ª edizione Oltre lo specchio, ispirata all’Alice di Lewis Carroll, in un clima plumbeo come il cielo di Torino. Qualcosa è cambiato. E si vede. L’inaugurazione ne è la prova: quest’anno i riflettori non si condividono, prima c’è la parata politica, poi la lectio del premio Nobel Svetlana Aleksievič. Così, mentre lei parla in collegamento video, il presidente del Senato Ignazio La Russa assieme all’“amico” Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura («Ti ricordi – gli si rivolge dal palco del Lingotto – quando Pinuccio Tatarella ci diceva “Ragazzi, dovete leggere Prezzolini e Papini”») costretto ad accelerare per stargli al passo, zigzagano tra gli stand istituzionali a dispensare strette di mano. Indossano i cappellini della Difesa con l’hashtag #unaforzaperilpaese, mandano messaggi di solidarietà all’Emilia, istruiscono gli studenti («Dovete ricordarvi ogni giorno della Protezione civile»). La Russa “scippa” anche la coroncina dalla testa di un bambino in gita e se la mette a favore di flash, poi lo ringrazia con un bacio affettuoso (lui si gira e chiede: «Ma chi è questo?»). C’è ancora tempo per fare irruzione in una diretta Rai (con foto ricordo assieme a Luca Sardella e il suo libro Una pianta per amica) e un selfie con la nuotatrice paralimpica delle Fiamme Oro Giulia Ghiretti.

La destra di governo cerca di mettere la bandiera sull’evento culturale più importante del Paese e prova a imporre una narrazione sua, ad affermare il modello conservatore come alternativo a quella che considera la “dittatura della sinistra”. Lo rivela la ribalta dei saluti ufficiali, ma anche il retroscena della lounge allestita all’Oval: a quattro anni dalla cacciata dal Salone dell’editore Altaforte, per la sua vicinanza a CasaPound, il ministro Sangiuliano è accompagnato da Emanuele Merlino, capo segreteria tecnica e autore di volumi sulle Foibe e sul patriottismo, oltre che presidente del Comitato “10 febbraio” e responsabile culturale di Fdi, e poi da Francesco Giubilei, consulente e creatore del think tank Nazione futura, editore dell’ultimo libro di Alain De Benoist, nome di punta della cultura conservatrice, dall’assessore piemontese di Fdi Maurizio Marrone (che con Sangiuliano ha un filo diretto: «L’attenzione istituzionale della destra per il Salone è più forte della polemica»).

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