Renzi: “Meloni riapra l’Unità di Missione, se vara norme sensate, le voteremo”
Carlo Bertini
Matteo Renzi salva (per ora) Giorgia Meloni, che in questa emergenza «si sta muovendo bene, come pure Stefano Bonaccini»; frusta Giuseppe Conte, che «si dovrebbe vergognare per aver chiuso l’Unità di Missione», iniziativa che «la premier dovrebbe copiare» invece di perdere tempo a cercare altri modi di prevenire i disastri. E liquida Carlo Calenda come «non adatto a fare il leader del Terzo Polo». Anticipando, in questa intervista, che oggi Italia Viva farà mettere ai voti un documento nell’assemblea del gruppo al Senato, per chiedere ad Azione una moratoria agli attacchi personali. Insomma, come sempre il leader di Italia Viva ne ha (quasi) per tutti.
Come si è mossa la premier sull’alluvione nelle more dei suoi impegni internazionali? Tempestiva o lenta?
«Nell’emergenza si stanno muovendo tutti bene. Meloni, Bonaccini, i sindaci. E soprattutto si stanno muovendo bene i professionisti del soccorso, i volontari e i cittadini. L’Italia nelle emergenze tira fuori sempre il meglio. Il nodo è un altro: qual è la strategia contro il dissesto. Noi avevamo fatto Casa Italia con Renzo Piano e le Unità di Missione, chiuse dallo sciagurato governo Conte Uno. Il mio suggerimento a Meloni è semplice: non ti inventare nulla, copia quello che ha funzionato. Se oggi Seveso, Bisagno e Arno sono fuori pericolo è perché c’è stato il lavoro dell’Unità di missione».
Ne ha parlato con Meloni o con qualcuno del governo?
«Per il momento non ho visto idee del Governo in materia. Siamo pronti ad ascoltare, ma esiste già un modello che funziona, quindi, perché aspettare?».
Se la premier propone cose sensate, le votate?
«Assolutamente sì e aggiungo che c’è una profonda differenza tra Pd e 5stelle: riconosco che sull’Unità di Missione ho sempre sentito un appoggio totale di tutto il Pd, nessuno escluso, così come fu sulle unioni civili, in cui il Pd fu compatto a favore. Loro sono stati dalla mia parte, i 5stelle sono sempre stati contro. C’è stato un asse “giallo-verde” inspiegabile…».
I Verdi di Bonelli chiedono di usare i miliardi destinati al Ponte, il Pd quelli del Pnrr. Concorda?
«Sono idee che vanno bene per prendere tre like sui social, ma tradiscono un concetto semplice: i soldi ci sono già. Per il dissesto ce ne sono persino più del necessario. Non si spendono solo perché regna una burocrazia asfissiante. L’unità di missione serviva a bypassare i lacci e lacciuoli. E lo stava facendo bene prima della chiusura».
L’ex ministro Costa di M5s ricorda il rapporto della Corte dei Conti sui ritardi delle procedure dell’Unità di missione e rilancia il loro schema di Strategia Italia, chiedendo di rivedere il codice degli appalti. Sbaglia?
«Costa e Conte dovrebbero vergognarsi. Purtroppo per loro “la rete non perdona”, come amavano dire i grillini della prim’ora. Sul web c’è la diretta di Sergio Costa che da Palazzo Chigi brinda per la chiusura dell’unità di missione, dicendo che il suo ministero adesso può scrivere la storia. Averla chiusa è l’atto più assurdo dei grillini al governo, persino più assurdo delle truffe sul reddito di cittadinanza e sul superbonus. Perché quelle truffe sono truffe singole: aver chiuso l’Unità di missione significa aver truffato il Paese».
La destra attacca la regione rossa per eccellenza, addebitando responsabilità al governatore Bonaccini sulla cementificazione. Il solito scaricabarile?
«Attaccare Bonaccini e sindaci in questo momento in cui non dormono e lavorano 24 ore su 24 per salvare il salvabile, significa andare oltre lo sciacallaggio e avventurarsi nella meschinità più totale. Il fango va spalato, non sparso in giro».
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