Renzi: “Meloni riapra l’Unità di Missione, se vara norme sensate, le voteremo”

Prodi fa un elenco preciso di opere non realizzate, di contenimento delle acque, pulizia dei fiumi, ripristino dei fossati di scolo. Indica negligenze della regione virtuosa per antonomasia, no?

«Le cose che dice Prodi sono quelle oggetto dell’attività dell’Unità di Missione, e questa priorità dimostra che non è vero che sono tutti uguali: c’era chi aveva messo in campo una soluzione per le cose di cui parla Prodi e c’è chi l’ha chiusa per bieco populismo».

Per passare alla politica, ma sempre a proposito di fango: ne gira parecchio nel Terzo Polo. Calenda non esclude una lista unica alle europee con tutti dentro, ma dice che dipende dal clima tra voi. E che se si rompono i gruppi parlamentari salta tutto. Come finisce?

«Su questo tema, purtroppo non solo su questo, Calenda cambia idea due volte al giorno. Rispondergli non dipende dalla politica, ma dall’ora dell’ultima dichiarazione. Noi siamo a favore della lista unitaria alle europee. E non avveleniamo il clima con attacchi personali simil grillini. Quanto alla rottura dei gruppi, non saremo noi a provocarla. Il problema non è rompere i gruppi ma smettere di rompere le scatole ai cittadini: portiamo le nostre idee sul dissesto idrogeologico, non le polemiche populiste sulle mie conferenze».

Stasera cosa dirà a Calenda alla riunione del gruppo al Senato?

«La capogruppo Raffaella Paita presenterà un documento dove proponiamo di interrompere le aggressioni personali e di rilanciare la scommessa europea. Vediamo chi ci sta e chi è contrario. Mi auguro ci sia consenso, non possiamo continuare a dare questo spettacolo di litigare sulle mie conferenze».

Quando ha accolto Enrico Borghi dal Pd, ha citato la battuta di Gigi Proietti sul “Cavaliere nero”. Con gli ultimi arrivi da Azione ha voluto far capire meglio l’antifona a Calenda?

«Francamente non mi riferivo a lui. Carlo sembra aver maturato un’ossessione per me e la cosa è alquanto curiosa. Io so solo che l’ho nominato viceministro, ministro, ambasciatore. L’ho sostenuto come sindaco, europarlamentare e leader della lista insieme. Gli abbiamo trasferito un milione e mezzo di euro per tappezzare i pullman di mezza Italia con la sua faccia e sostenere le sue campagne social. Di più non potevamo fare. Ho l’impressione che sia stato un ottimo vice ministro e che sarebbe stato un ottimo sindaco ma che forse la leadership di un partito non sia il lavoro più adatto alle sue caratteristiche. In ogni caso è un problema di Azione. Noi con loro, con Italia Viva e con i tanti che ci staranno, vogliamo fare una lista alle europee che sia alternativa alla Meloni e alla Schlein. Guardo a loro due come avversarie, non a Calenda».

Perché non scegliete di stare o di qua o di là? Non crede che dicendo con chiarezza con chi si vuole governare, ne beneficerebbero i consensi a favore di un polo moderato?

«Alle Europee si va con il proporzionale. E dunque scegliere non ha senso. Se passeranno le riforme costituzionali che sono in discussione e andremo all’elezione diretta del Sindaco d’Italia, ci porremo il problema. Ma finché si vota con il proporzionale il tema non si pone».

Un’ultima cosa. Cosa segnala lo scontro sul ministro Roccella al salone del libro di Torino?

«Segnala che impedire a una ministra di parlare al Salone del Libro – culla del dialogo e della libertà – è un atto di “fascismo degli antifascisti”, come avrebbe detto Pasolini. Ho molto apprezzato lo stile della Ministra che ha sempre cercato il confronto, anche nei momenti più convulsi. Zittire gli altri non è sintomo di democrazia, ma negazione della democrazia. Quanto alla reazione dell’onorevole Montaruli contro il direttore Lagioia anch’essa è sintomo di un atteggiamento preoccupante: denota la stessa preoccupante cultura dell’intolleranza. Impariamo a rispettarci e proviamo a crescere ascoltandoci. Chi tappa la bocca agli altri fa male innanzitutto a se stesso».

LA STAMPA

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.