Alluvione, oggi in Cdm 300 milioni dal governo
FRANCESCO OLIVO
Una lotteria, le aste di auto sequestrate alla criminalità, persino dei francobolli con il sovrapprezzo. Il governo cerca fondi per tamponare i disastri provocati dall’acqua e dal fango in Emilia-Romagna (e nella parte settentrionale delle Marche). L’esercizio della fantasia di tecnici e ministri rivela una difficoltà oggettiva nel trovare i soldi. I primi stanziamenti non sono ancora stati quantificati, le cifre hanno continuato a ballare per tutta la giornata di ieri. Sul tavolo del Consiglio dei ministri di oggi, in programma alle 11, ci saranno sicuramente i cento milioni stanziati dal ministero dell’Agricoltura, guidato da Francesco Lollobrigida. Poi ne arriveranno altri. A Palazzo Chigi si calcola possano essere ulteriori 200 o forse 300 milioni di euro, dal fondo per le emergenze. Tutti sanno che si tratta di misure assolutamente insufficienti, Lollobrigida lo ha detto apertamente, e le aspettative più grandi per colmare il divario vengono riposte nell’Ue, e in particolare il Fondo di solidarietà europea. La speranza del ministero dell’Economia è quella di poter utilizzare anche una parte dei soldi non impegnati del Pnrr, dirottandoli nel capitolo del dissesto idrogeologico.
La Regione Emilia-Romagna sta provando a fare i calcoli e pur essendo, per forza di cosa, parziali lasciano intendere la vastità del dramma: cento Comuni, 43 colpiti dalle alluvioni, 53 dalle frane in montagna e collina, e nell’area intorno a Ravenna sono più di 3.000 gli edifici interessati. Totale, provvisorio: non meno di sei miliardi.
Al di là delle cifre, c’è una questione politica che sta occupando le forze di maggioranza: la scelta del commissario. Chi sarà a gestire l’emergenza? Parte del governo, a cominciare da Giorgia Meloni, insiste: dovrà essere Stefano Bonaccini. Coinvolgere il presidente della Regione Emilia-Romagna viene considerato naturale, intanto per lo spirito di collaborazione mostrato, persino esibito, dal governatore in questi giorni, ma anche per condividere il peso di questa situazione con un dirigente di peso del Partito democratico.
La linea di Palazzo Chigi, però, viene contestata dalla Lega, «a noi Bonaccini non va bene», spiegano fonti vicine a Matteo Salvini, contrario sia alla prospettiva che l’incarico del governatore sia quello di commissario all’emergenza e a maggior ragione che il compito si estenda alla ricostruzione. Il presidente dell’Emilia Romagna non ha parlato di questo con Giorgia Meloni durante il colloquio in prefettura a Ravenna di domenica scorsa. E un nuovo incontro tra i due è previsto oggi a Palazzo Chigi, al termine del Consiglio dei ministri, alla presenza dei ministri interessati dal dossier e da rappresentanti delle parti sociali del territorio. La nomina a commissario per l’emergenza viene data per probabile da fonti dell’esecutivo.
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