A Roma l’esercito dei tassisti evasori. Pos disattivati, tassametri spenti e assalti ai turisti “con il cash”: tutti i trucchi dei conducenti
Per questo Roberto ha ricevuto minacce e intimidazioni, come le gomme bucate, ma non si ferma. Il tema del Pos si affianca a un altro problema, segnalato più volte dall’Amministrazione: le truffe. Ovvero la richiesta di prezzi più alti rispetto al dovuto, magari ai turisti. Una possibile soluzione, per questo, l’aveva proposta Alessandro Onorato, assessore allo Sport, turismo, moda e grandi eventi: dei totem agli arrivi o al ritiro bagagli a Fiumicino e Ciampino, su cui digitare la destinazione da raggiungere in taxi, per ricevere un voucher da presentare fuori l’aeroporto a tassista, che non potrà così chiedere una cifra diversa.
Doppi conti, tassametri spenti e assalti ai turisti: tutti i trucchi dei conducenti
Sconti per chi paga in contanti, un utilizzo calendarizzato delle
carte di credito, viaggi fuori città giustificati con motivi personali.
Oppure la classica scusa che il Pos “non funziona”. Sono questi i
principali trucchetti dei tassisti per impedire ai propri clienti di
saldare la corsa con un pagamento elettronico, in favore del cash.
Contanti non tracciabili. Poco importa che ci sia una legge che impone
ai commercianti di accettare carte di credito e bancomat per qualsiasi
importo e non solo per le spese superiori a 60 euro, la soglia che il
governo Meloni inizialmente avrebbe voluto stabilire.
Già nei mesi scorsi erano diventate virali sui social le segnalazioni di alcuni personaggi, come la seguitissima influencer Camihawke, la dj Ema Stokholma e la vicepresidente del Coni, Silvia Salis.
E ancora la campionessa di ginnastica artistica Carlotta Ferlito, che è
stata fatta addirittura scendere durante la corsa perché aveva chiesto
se fosse possibile pagare con il Pos invece che con i contanti.
Disavventure che possono capitare a qualsiasi cliente abbia la sfortuna
di capitare in auto con il conducente sbagliato.
Martedì sera, poi, a denunciare le abitudini di alcuni tassisti sono
state Le Iene. “Con la carta sono 45 euro, contanti invece 40”, dice un
uomo a un turista, che invogliato dallo sconto senza pensarci apre il
portafoglio e prende le banconote. I clienti ideali sono le famiglie in
arrivo dall’estero a Roma. Con loro si può giocare la carta del mal
funzionamento del Pos senza problemi. “Eh glielo dici alla gente,
specialmente agli stranieri. Gli spieghi “no battery, only cash, sorry”.
Tanto se sono famiglie stai tranquillo che montano in macchina e ti
pagano con i soldi”, racconta un tassista nel servizio.
Il motivo per preferire i contanti alla carta di credito è noto: i
pagamenti con il Pos sono tracciabili e dunque vanno dichiarati. Il
guadagno in banconote e quindi potenzialmente in nero, invece, è netto.
Inoltre non ci sono nemmeno le commissioni alle banche. Qui si gioca la
partita. “Quando tu stai verso il 20 del mese, stacchi il Pos. Avvisi
che non funziona e che ti devono pagare in contanti. Glielo spieghi
prima di salire in macchina che non funziona il bancomat, se gli va bene
montano. Altrimenti se ne cercano un altro”, afferma un conducente,
consapevole che se utilizza il Pos per tutto il mese dovrà notificare
tutto all’Agenzia dell’entrate. E quindi pagare regolarmente le tasse.
Stando a quanto viene confessato a Le Iene, il massimo sarebbe un viaggio fuori città. Che sia Roma o Bologna. Lo spiega un tassista intercettato: “Il 50 per cento dei clienti paga col cash. Allora per evadere ci sono tanti modi, ad esempio fai un viaggio fuori Bologna, fai pagare in nero e dici che ci sei andato per i cavoli tuoi, per dire”. Massimo guadagno, minima spesa. Ovviamente con il tassametro rigorosamente spento.
REP.IT
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